Aci Catena, il Comune non si costituisce contro la mafia «Si è scelto di agire solo verso amministratori infedeli»

«L’amministrazione adotterà tutti gli atti necessari a salvaguardia e tutela dell’ente». Formula che, resa con parole più semplici, dovrebbe significare che il Comune è pronto a costituirsi parte civile. Accade ad Aci Catena, dove all’inizio del mese la polizia ha tratto in arresto con l’accusa di corruzione il dipendente comunale Pippo Castro

L’accusa per l’uomo, che ultimamente si trovava in servizio nel settore Urbanistica ma che per tanti anni ha lavorato all’Ecologia, è quella di avere stretto un rapporto corruttivo con Vincenzo Guglielmino, l’ex titolare della ditta Ef Servizi Ecologici, deceduto a dicembre dello scorso anno. Guglielmino era stato arrestato nel blitz Gorgoni, che portò in carcere anche l’ex sindaco Ascenzio Maesano, il titolare di un’altra società che ambiva all’appalto per i rifiuti ad Aci Catena, Rodolfo Briganti, e una serie di persone ritenute legate ai clan Cappello e Laudani. La gara settennale infatti, ancor prima che stuzzicare gli appetiti degli imprenditori, avrebbe fatto gola alla mafia. In quella inchiesta, era l’ottobre del 2016, la figura di Castro compariva in più di un passaggio, al punto da portare i magistrati della Dda di Catania a vedere in lui la figura scelta da Guglielmino per fare da intermediario non solo con l’amministrazione comunale ma anche con il gruppo locale dei Laudani.

Gorgoni è solo una delle inchieste che negli ultimi anni hanno acceso i riflettori sulla presunta permeabilità dell’ente catenoto alla criminalità organizzata. Esattamente due anni dopo, a finire in manette nell’operazione Aquilia è stato un altro ex sindaco, Pippo Nicotra. Per l’ex deputato, che nel 1993 fu protagonista dello scioglimento per mafia del consiglio comunale, l’accusa è di avere legato la propria carriera imprenditoriale e politica ai Santapaola

Ma se per trarre conclusioni sugli intrecci tra mafia e politica bisognerà attendere le sentenze – il processo Gorgoni è alle prime fasi dibattimentali, mentre per Aquilia non si è ancora chiusa l’udienza preliminare – un elemento su cui ci si può soffermare riguarda proprio la posizione assunta dall’ente locale in tribunale. Il Comune, oggi guidato dal sindaco Nello Oliveri con una maggioranza che vede protagonisti molti volti delle precedenti esperienze amministrative, fin qui ha deciso di costituirsi parte civile soltanto contro ex amministratori, imprenditori, giornalisti e società coinvolte. Mentre nessuna azione è stata intrapresa nei confronti dei clan

L’opportunità di presentarsi davanti ai giudici affermando di avere subito un danno d’immagine e per questo, in caso di condanna, chiedere ai mafiosi un risarcimento è una scelta che da altre parti è stata già colta. A Troina, per esempio, la giunta guidata da Fabio Venezia ha preso posizione contro la criminalità organizzata. «Ci siamo costituiti parte civile sia per il danno all’immagine della città ma anche a sostegno delle vittime e il giudice ha riconosciuto le nostre ragioni», commenta il primo cittadino. Ad Aci Catena, invece, le valutazioni sin qui fatte sono state differenti. L’ente ha chiesto al proprio ufficio legale di portare avanti le istanze contro la mala gestione dei precedenti sindaci, senza però ritenere di doversi presentare come vittima delle ingerenze mafiose. 

Una decisione che, al netto del reale riconoscimento del diritto a un risarcimento di natura economica, per tanti rappresenterebbe un messaggio chiaro. La posizione del sindaco sulla questione è diversa: «Si è deciso di costituirsi parte civile nei confronti di quelle figure che, con il proprio operato, hanno agito in direzione opposta all’interesse collettivo. Ciò non significa che in futuro si possa decidere di estendere la decisione anche nei confronti di altri soggetti», dichiara Oliveri. Allo stato attuale, tuttavia, considerato l’inizio del dibattimento nel processo Gorgoni, ci sarebbe ancora tempo per presentare istanza nel procedimento che vede alla sbarra i Santapaola di Aci Catena e Nicotra. 

Nel recente passato, il Comune di Aci Catena è stato interessato da altri due processi. Il primo, ormai concluso con le condanne definitive per corruzione, ha visto alla sbarra lo stesso Maesano e l’ex funzionario e consigliere Orazio Barbagallo. Per entrambi, il giudice ha accolto la richiesta di risarcimento nei confronti dell’ente, che si era costituito parte civile. Il secondo, invece, è ancora aperto e riguarda il caso Gettonopoli per gli anni della passata sindacatura. In questo caso, il Comune non si è presentato all’udienza preliminare.Tra gli imputati compaiono diversi esponenti dell’attuale maggioranza, tra i quali il presidente e il vicepresidente del consiglio comunale.


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