Aci Catena, il commissario è l’ex procuratore D’Agata Il magistrato catanese scelto e nominato da Crocetta

Il documento di nomina è stato firmato dal presidente della Regione Siciliana in persona. È stato Rosario Crocetta a scegliere e nominare l’ex procuratore capo di Catania Vincenzo D’Agata quale commissario del Comune di Aci Catena. Il municipio catenoto è rimasto senza primo cittadino dopo le dimissioni di Ascenzio Maesano, coinvolto in un presunto giro di mazzette assieme all’ormai ex consigliere comunale Orazio Barbagallo e all’imprenditore Giovanni Cerami, dirigente della società informatica Halley consulting. Il magistrato – una vita trascorsa negli uffici di piazza Verga, a Catania – avrà il compito di traghettare il Comune verso le prossime elezioni amministrative, previste in primavera. 

Quello di D’Agata non è il primo nome che arriva sul tavolo della Regione per il commissario che guiderà Aci Catena. In prima battuta era stato scelto Salvatore Cocina, dirigente regionale dell’ufficio speciale per la riduzione dei consumi. Era stato lui stesso, però, a fare presente a Palazzo d’Orleans la sua incompatibilità con la carica: l’ingegnere regionale è già commissario della Srr di Catania, la società che si dovrebbe occupare della raccolta della spazzatura nell’area etnea. Così era tutto da rifare. Al nuovo giro di proposte, quella caldeggiata da Crocetta sarebbe stato proprio Enzo D’Agata, che nel 2011 ha lasciato la guida della procura di Catania all’età di 75 anni.

Adesso, cinque anni dopo, il suo nome torna sulle pagine dei giornali. Il Comune di Aci Catena è rimasto senza una guida il 10 ottobre scorso, quando un’operazione della Dia ha messo in manette l’ex primo cittadino e un consigliere comunale, già dirigente dell’ufficio Ragioneria. Le dimissioni di tutti erano arrivate pochi giorni dopo. A cascata era toccato anche al consiglio comunale: in base alla nuova leggere elettorale, approvata dall’Ars ad agosto, il senato cittadino decade nel momento della rimozione dal sindaco dal suo incarico. Maesano, secondo la magistratura catanese, avrebbe ricevuto una o più tangenti per gare d’appalto legate alla gestione dei servizi informatici del Comune. 


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