Aci Catena e il nodo gestione dei fondi per i bisognosi Dubbi del sindacato Usb. Replica: «Tutto rendicontato»

«Il Comune di Aci Catena deve spiegare perché ha dato settemila euro alle parrocchie e in che modo viene gestita questa somma». A sollevare le perplessità a MeridioNews è Orazio Vasta dell’Unione sindacale di base. La federazione sindacale ha interpellato il sindaco Nello Oliveri, che il 19 giugno ha deciso di devolvere alle parrocchie della città e alla Chiesa della Divina Misericordia di San Nicolò l’intera somma del conto solidale acceso per l’emergenza epidemiologica. I quesiti di Usb sono arrivati dopo la segnalazione di un parrocchiano della chiesa Maria della Catena che, nei giorni scorsi, ha trovato un pacco di biscotti col marchio dell’Unione europea in una delle buste della spesa. 

«Ci chiediamo cosa ci faccia un pacco proveniente da aiuti umanitari nelle buste date ai bisognosi, considerato che le parrocchie hanno da poco ricevuto mille euro dall’ente – osserva Vasta -. Cosa ci fanno le parrocchie con questi soldi, se poi vengono dati i viveri donati dai volontari?». I dubbi di Usb riguardano anche l’accessibilità a questi aiuti. «Non tutti i bisognosi sono a conoscenza di ciò che mette a disposizione la chiesa – continua – molti non la frequentano, a prescindere dai motivi religiosi: come faranno a reperire questi aiuti?».

«Il pacco proveniva sicuramente dal nostro banco alimentare: qualcuno non lo ha voluto e lo ha riportato indietro – spiega il parroco -. Con i mille euro del Comune non possiamo accontentare tutti, così incrementiamo le buste di spesa e i viveri donati dai fedeli. Stiamo cercando il più possibile di venire incontro anche quelli che sono ai margini della parrocchia. Abbiamo già speso duecento euro. Potevamo pagare anche qualche bolletta, ma abbiamo deciso di donare solo viveri. Alla fine fattureremo tutta la spesa».

La questione del conto corrente solidale, ad Aci Catena, non ha mancato di scatenare polemiche: secondo alcuni cittadini sarebbe tardata ad arrivare la comunicazione su come spendere le somme. Non sono mancate nemmeno le polemiche da parte di alcuni consiglieri comunali, che hanno accusato il sindaco di non aver accolto la proposta di far gestire la somma all’ente.

«Ho operato seguendo quello che ritenevo più opportuno: in questo caso i parroci hanno più contatti possibili con le fasce più deboli delle loro parrocchie – dichiara Oliveri a MeridioNews –. Dopo aver elargito circa 270mila euro di buoni spesa attraverso i servizi sociali, non saprei chi meglio di loro può raggiungere i più bisognosi». Sulla possibile mancanza di trasparenza e difficoltà di accessibilità ai viveri il sindaco rassicura: «Ho chiesto espressamente che tutto venga rendicontato – conclude -. Gli aiuti sono rivolti a tutte le persone di qualsiasi fede, religiosi e non, si farà di tutto per non lasciare escluso nessuno».


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