«Con il passare dei giorni, continuano ad emergere le contraddizioni del presidente Schifani sull’Accordo Stato-Regione. Per questo ne chiediamo la rinegoziazione». I deputati di Sicilia vera e Sud chiama Nord non accettano compromessi e continuano a segnalare le criticità dell’intesa siglata il 16 dicembre che «affossa – proseguono – la Sicilia accettando di rinunciare a […]
Accordo Stato-Regione. Sicilia Vera e Sud chiama Nord: «Occorre una rinegoziazione. Schifani è il responsabile»
«Con il passare dei giorni, continuano ad emergere le contraddizioni del presidente Schifani sull’Accordo Stato-Regione. Per questo ne chiediamo la rinegoziazione». I deputati di Sicilia vera e Sud chiama Nord non accettano compromessi e continuano a segnalare le criticità dell’intesa siglata il 16 dicembre che «affossa – proseguono – la Sicilia accettando di rinunciare a 8miliardi in cambio di appena 200milioni». Uno scenario inaccettabile e che, sempre a loro avviso, «inchioda il governatore alle proprie responsabilità».
E per avvalorare questa tesi, i due gruppi parlamentari riconducibili a Cateno De Luca, hanno ricostruito tutti i passaggi a partire dalle dichiarazioni programmatiche, rese davanti all’Assemblea Regionale Siciliana, proprio dallo stesso presidente della Regione. Durante la seduta dell’1 dicembre «con particolare riferimento – continuano – ai rapporti economico-finanziari in via di definizione tra lo Stato e la Regione Siciliana, Schifani ha affermato che un confronto è già stato avviato con il Ministero per l’Economia, con l’obiettivo innanzitutto di richiedere il dovuto riconoscimento finanziario, per la mancata attuazione dei commi 830, 831 e 832 dell’articolo 1 della legge 296 del 2006 che è stata già oggetto di riconoscimento in sede tecnica nel confronto tenutosi tra i rappresentanti regionali e i rappresentanti ministeriali e che, nonostante la mancata attuazione di tali disposizioni, che prevedevano un accordo tra le parti, per il completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione, a fronte della corrispondente retrocessione delle accise, a nostro favore, lo Stato in assenza dell’accordo e senza alcuna compensazione ha unilateralmente aumentato la quota di cofinanziamento regionale dal 42 per cento al 49,11 per cento con un maggiore onere annuo di oltre 600milioni di euro. Complessivamente, la Regione, dal 2006, ha sostenuto un maggiore onere di circa 8miliardi di euro».
Insomma un’ammissione del credito vantato ma che poi si è, per certi aspetti, cercato di sconfessare. A maggior ragione dopo l’appuntamento del 24 novembre con il ministro dell’Economia. «In quell’occasione – evidenziano – il Presidente della Regione pomposamente affermava la propria soddisfazione dell’esito dell’incontro, tra l’altro sottolineando in maniera tragicomica, alla luce dei fatti avvenuti successivamente, l’apertura e la sensibilità del ministro Giorgetti che, una volta preso atto delle aspettative della Regione, ha manifestato la disponibilità a valutare idonee iniziative per la stabilizzazione finanziaria della Sicilia».
Per questi motivi gli otto parlamentari, attraverso una mozione, chiedono che la questione riguardante il contenuto dell’Accordo venga affrontata in Aula e che il Governo di palazzo d’Orleans fornisca i chiarimenti necessari ma soprattutto giunga alla rinegoziazione del testo. «Non accetteremo – chiosano – compromessi e non siamo pronti ad assistere passivamente a questo strozzinaggio di Stato».