Botta e risposta a distanza tra Luca Sammartino e Cateno De Luca. Oggetto del contendere l’accordo Stato-Regione. Da una parte l’esponente del Carroccio in Sicilia difende le scelte operate sia a livello nazionale che regionale con l’arrivo dei 200milioni, dall’altra il leader di Sicilia vera e Sud chiama Nord ribadisce i connotati di una “truffa” ai danni dei siciliani.
Il vicepresidente della Regione richiama l’ex sindaco di Messina. «Temo – ha detto Sammartino – che non abbia avuto il tempo di leggere le carte e questo lo ha indotto a sbagliare la sua analisi». Alla base, infatti, ci sono 9miliardi mai arrivati da Roma a fronte di una maggiore compartecipazione alla spesa sanitaria e al riconoscimento di quanto contenuto nello Statuto. «Il credito – prosegue – non è stato mai realmente riconosciuto da nessuno. Anzi, ci sono due sentenze della Corte Costituzionale che vanno esattamente nella direzione opposta. La prima è la 246 del 2012, quando la Regione impugnò il bilancio dello Stato proprio in merito a queste risorse e la Consulta considerò la richiesta inammissibile. La seconda è la 62 del 2020 con la quale è stato accolto il ricorso dello Stato contro la legge regionale 8 del 2018 che metteva in bilancio somme riferibili a questo presunto credito. Proprio da quest’ultima decisione è arrivato l’invito della Corte a trovare un accordo tra i due Governi». Alla luce di ciò, sostiene la bontà del patto e prova a sottolinearne alcuni aspetti. «Dopo 15 anni, per la prima volta – conclude Sammartino – c’è un Governo regionale che ha ottenuto dei risultati concreti: l’intesa, infatti, non riguarda solo i 200 milioni di euro ma prevede altri benefici economici per la Regione Siciliana anche nel 2023 e negli anni successivi. Inoltre, viene stabilito il principio che lo Stato deve rivedere il meccanismo di partecipazione della Regione alla spesa sanitaria».
Di avviso diametralmente opposto, invece, è Cateno De Luca che dai banchi dell’opposizione alla Giunta Schifani continua a denunciare gli effetti negativi per i siciliani e per le casse regionali provocati dall’accordo. «Chi ha partecipato al tavolo tecnico col Ministero di Economia e Finanza – ha dichiarato De Luca – sa bene come stanno le cose. Oltre alla questione dei 9miliardi pregressi, ogni anno lo Stato dovrebbe versare alla Sicilia 600milioni di compensazioni. Altro che 200milioni! I termini dell’accordo sottoscritto da Schifani ai danni dei siciliani sono chiari, messi nero su bianco: per gli anni dal 2007 al 2021 non è dovuta alcuna compensazione finanziaria alla Regione; per l’anno 2022 è attribuito, in via forfetaria e a titolo definitivo, l’importo di euro 200milioni; a decorrere dall’anno 2023 lo Stato si impegna ad individuare una soluzione al fine di concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria dal 42.50% al 49,11%». Aspetti chiari che spingono De Luca a bollare la posizione assunta da Sammartino come «un tentativo – chiosa – di difendere l’indifendibile che cede miseramente sotto il peso della verità che emerge dall’accordo».
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