A Santo Stefano di Camastra un campus di Arte applicata, la ‘Consulta del bello’ e “Il porto della bellezza” che stupiranno il mondo

IERI, NELLA ‘CITTA’ DELLA CERAMICHE’, INCONTRO ALLA PRESENZA DEGLI STUDENTI TRA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, LA PROVINCIA E IL PROTAGONISTA DELLA ‘FIUMARA D’ARTE’, ANTONIO PRESTI. L’OCCASIONE PER PARLARE DI UNA RINASCITA CULTURALE ALLA FACCIA DELLA STUPIDITA’ – E QUINDI DELLA MEDIOCRITA’ – DEL NOSTRO TEMPO. CON INIZIATIVE CHE SI ANNUNCIANO UNICHE NEL LORO GENERE

di Cettina Vivirito

Conferenza stampa, ieri mattina, a Santo Stefano di Camastra, presso il Liceo Artistico Regionale d’Arte “Ciro Michele Esposito”, svoltosi nell’Aula Magna. Motivo d’incontro, la firma del Protocollo d’Intesa tra la Provincia Regionale di Messina, il Comune di Santo Stefano di Camastra, la Fondazione “Fiumara d’Arte” e lo stesso liceo ospitante.

Presenti oltre al Sindaco della cittadina, Francesco Re, il Preside dell’istituto Antonio Cesareo, il Commissario straordinario provinciale regionale di Messina, Filippo Romano, l’assessore al Turismo e allo Sport, Michela Stancheris, e il promotore della stessa, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, Antonio Presti, per l’istituzione dell’Accademia di Belle Arti, indirizzo Restauro e Conservazione.

Insieme per l’Arte è stato il tema più generale dell’incontro nella grande e luminosa Aula Magna dell’Istituto, ricca di lavori in ceramica che, come opere uniche esposte in un museo d’arte contemporanea, occhieggiano dalle teche trasparenti trasmettendo il profondo senso cromatico della speciale tradizione culturale propria di questo luogo. L’aula si è riempita di studenti giovani e giovanissimi che hanno seguito con attenzione e interesse gli argomenti trattati, ma anche di genitori, docenti, estimatori.

Sarebbe il primo percorso didattico, a valenza artistica e a carattere internazionale, in grado di assicurare, dalle scuole medie fino al diploma di laurea, un iter formativo strettamente collegato al mondo imprenditoriale della ceramica, ma soprattutto al grande patrimonio artistico monumentale di Fiumara d’Arte, oltre che a quello dell’area archeologica di Halaesa che si vedrebbe fortemente rivalutata.

In particolare, il progetto prevede il completamento del percorso artistico didattico già esistente, con l’istituzione di una Accademia delle Belle Arti che offra opportunità di specializzazione su tre aree:

il designer della ceramica artistica e delle arti applicate;

il restauro e la conservazione di arte contemporanea;

il restauro e la conservazione dei beni archeologici.

“La scelta di Santo Stefano di Camastra – ha detto Antonio Presti – nasce dalla considerazione che si tratta dell’unico posto al mondo che offre la contemporanea possibilità di effettuare le work’s experiences presso le sessantaquattro aziende artigiane locali per il design della ceramica, presso il parco di Fiumara d’Arte per l’arte contemporanea e presso l’area archeologica dell’Halaesa per il restauro dei beni archeologici”.

“L’Ente da me rappresentato – ha affermato il Commissario Filippo Romano – sulle cui aree ricadono due delle opere di Fiumara d’Arte, ha accolto con grande entusiasmo il progetto di creazione del Campus di Arte Applicata da istituire a Santo Stefano di Camastra: progetto che dà valore all’identità del territorio e contribuisce ad arricchirne le potenzialità di indotto e attrazione turistica”.

“Collegare il mondo della didattica alla possibilità concreta che la stessa diventi opportunità di occupazione significa offrire a tanti giovani contemporaneamente – ha sottolineato a propria volta il Sindaco della cittadina, Francesco Re – una chance di crescita culturale e la possibilità di renderli protagonisti di un grande progetto di rilancio e di promozione di se stessi e del territorio. L’Amministrazione Comunale di Santo Stefano di Camastra assicurerà ogni sforzo possibile affinché questo grande progetto diventi, già a partire da quest’anno, una concreta realtà”.

Il percorso di “devozione alla bellezza” intrapreso dal Comune di S. Stefano in realtà era già partito il 20 marzo scorso quando un altro e importante protocollo d’intesa è stato firmato per la realizzare del porto turistico. La convenzione è stata sottoscritta a Messina nel salone delle conferenze dello storico Palazzo Trabia, gli stessi contraenti, ma alla presenza, in questo caso, dell’assessore alle Attività Produttive, Linda Vancheri, dall’allora assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, dall’allora assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Antonino Bartolotta, e dal direttore dell’Ente Parco dei Nebrodi, Massimo Geraci.

Tra i vari punti del protocollo firmato, l’istituzione di una “Consulta del Bello”, presieduta da Antonio Presti, l’elaborazione di un programma comune per lo sviluppo di azioni finalizzate alla trasformazione delle infrastrutture da creare nel territorio in manufatti di grande valenza artistica, con l’impegno dell’amministrazione comunale di Santo Stefano di inserire negli atti di gara clausole specifiche per consentire che le opere d’integrazione paesaggistica possano essere ideate, progettate e realizzate dalla Fondazione Fiumara d’Arte nell’ambito dei lavori di realizzazione dell’opera portuale.

Start up molto impegnativo, sul quale si profilano non poche difficoltà di realizzazione; proprio l’ideatore di tale maestoso ed epico progetto, indubbiamente prezioso, Antonio Presti, ha ritenuto opportuno ricordare che, seppure la Sicilia abbia bisogno “di una nuova stagione improntata a una nuova politica di cambiamento, sviluppo e innovazione”, il punto da cui partire è il “rispetto” per la bellezza che scaturisce dalla creatività; che significa rispetto per sé, per la propria opera, per il territorio; “rispetto” per chi da anni combatte una battaglia solitaria e contro istituzioni che non hanno saputo apprezzare i “doni” ricevuti; “rispetto”: che vuol dire semplicemente “libertà”.

Rivolgendosi in particolare ai più giovani con tutto l’amore e la sincerità di cui è portatore, ha sottolineato che il progetto a medio termine li vedrà (si auspica) cresciuti con quei valori attualmente perduti, principalmente quello che nasce dal legame con le proprie tradizioni, con il proprio territorio di cui costituiscono espressione, per un futuro che li veda protagonisti piuttosto che vittime del brain rain. Ma soprattutto eredi di un patrimonio di conoscenza perché è a quei ragazzi di oggi che Presti donerà domani perfino il suo patrimonio materiale.

Ha poi colto l’occasione per ricordare che, dopo cinque precedenti edizioni, anche quest’anno si occuperà in prima persona e “in solitaria” (ancora un sottinteso rimprovero all’assenza istituzionale) dello svolgimento del “Rito della Luce” che si svolge per il solstizio d’estate, presso la “Piramide – 38° Parallelo”, realizzata da Mauro Staccioli su un’altura di Motta D’Affermo.

Il nome dato alla Piramide fa riferimento a quel parallelo che, nell’altro emisfero, passa il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, quasi a volere riequilibrare la tensione conflittuale di un luogo con la sacralità dell’arte. La Piramide, che guarda verso le Eolie galleggianti appena fuori dal golfo, ammonisce la coscienza degli uomini: “(…) la nostra società ha smarrito ogni senso di bellezza, di dignità e non mi sembra casuale che in questo momento riaffiorino, come incubi della storia, i conflitti, le ingiustizie, gli scontri razziali. (…) Quando il potere sceglie come suo valore la mediocrità, è incapace di progettare il Futuro, trascinando verso il basso la società del proprio tempo e consegnandola inesorabilmente a uno stato d’implosione emozionale”.

La struttura della Piramide è stata realizzata con uno speciale materiale che a contatto con l’aria si ossida e assume un colore bruno intenso. Al tramonto, i raggi di sole calanti penetrano all’interno della scultura attraverso un taglio sullo spigolo orientato ad Ovest, in direzione della Rocca di Cefalù; le giunture d’acciao, rese incandescenti dal calore del sole risuonano quando poi la temperatura si abbassa, restituendo delle “sonorità cosmiche, vibrazioni di Conoscenza”.

Il Rito è un percorso fisico che diventa metafora di un percorso spirituale. Dopo avere attraversato il tunnel sotteraneo lungo trenta metri nel buio totale, sia arriva nel cuore della “grande madre piramide”. Quando poi si “ri-esce” il tunnel appare diverso, non più buio ma luminoso e al suo fondo si vede la luce del sole raggiante. Come un ri-venire alla luce, una ri-nascita.

Nel suo discorso conclusivo di ieri, interrotto più volte dall’applauso dei presenti, Antonio Presti ha voluto puntualizzare che Santo Stefano di Camastra è l’unico paese dove non è stata realizzata alcuna opera artistica della Fiumara d’Arte, che il porto turistico lo diventerà, diventerà un “abbraccio”; una trasformazione di struttura in opera d’arte. “Sarà il porto della Bellezza che ci invidierà il mondo”.

Il progetto complessivo è grandioso, sembrerebbe un’utopia. Sembrerebbe quasi un sognare se non un farneticare: non fosse che i fatti, sotto forma di opere, sono sotto agli occhi di tutti.

(Foto della piramide in prima pagina tratta da artsblog.it)

 

 

 

 

 

 

per fare un vaso non occorre cultura: per farlo bene, occorre cultura, sensibilità, senso etico e civile.

 


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