Nel capoluogo siciliano quest'anno, le tradizionali celebrazioni del 25 aprile, festa della liberazione, si sono distinte per la presenza di una voce nuova: quella del movimento no muos. E non è certo un caso.
A Palermo la Festa della Liberazione dei No Muos e dei Fasci siciliani
Nel capoluogo siciliano quest’anno, le tradizionali celebrazioni del 25 Aprile, Festa della Liberazione, si sono distinte per la presenza di una voce nuova: quella del Movimento No Muos. E non è certo un caso.
La giornata si è aperta con le consuete memorie celebrate al Giardino Inglese, dedicate ai martiri di Cefalonia. Con il sopravvissuto Giuseppe Benincasa in prima fila, accompagnato dal coordinatore dell’Anpi, l’Associazione dei partigiani, Ottavio Terranova e dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Sulle note di un violino sono rievocati i nomi dei caduti. Poi, il corteo fino al Teatro Massimo, con il coro della Polizia Municipale.
Ma, tra le le bandiere partigiane, dei sindacati, dei partiti di sinistra, nelle celebrazioni della Festa della Liberazione di questa mattina a Palermo, la novità era la bandiera dei No-Muos: “Spazzeremo via dalla nostra terra le basi di morte e i venti di guerra”.
Segno che, ormai, la battaglia contro il nuovo sistema di comunicazioni satellitari che la Marina Usa sta costruendo nella base di c.da Ulmo, ha varcato, e non di poco, i confini di una semplice protesta locale, in stile Nimby (per inciso, anche a Niscemi la giornata è stata celebrata all’insegna del “Liberateci dal radar”). Ormai, la protesta ha il colore dei diritti violati, primo fra tutti quello alla Salute, a seguire quello della Sovranità Territoriale.
La protesta ha assunto i contorni di una lotta per la libertà. Dai soprusi. Non a caso, forse, anche il sindaco Leoluca Orlando, ha ricordato anche i Fasci Siciliani: “L’amministrazione comunale continua il suo percorso di tutela della memoria storica ricordando, per la prima volta, sia i martiri di Cefalonia e della Resistenza, giunto al 70esimo anniversario, sia le vittime del Movimento dei Fasci Siciliani, che celebra quest’anno il 120esimo anniversario”.
La sensazione è che, mentre la politica continua a perdere tempo dietro a cavilli burocratici e posizioni di forza, continui a sfuggire la reale portata di una rivolta popolare che, come ha osservato il Presidente Onorario della Corte dei Conti, Antonino Sancetta, “non si vedeva dai tempi dei Vespri. I siciliani si sono coalizzati, la politica fa male ad ignorare la portata di questo fenomeno”. (as)
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