Il gruppo di lavoro ricomincia oggi l'esplorazione del settore occidentale della città che è già stata avviata nel 2019, per indagare il più antico impianto della colonia nel territorio di Augusta, in provincia di Siracusa
A Megara Hyblaea riprendono gli scavi archeologici «Esempio virtuoso di collaborazione Sicilia-Francia»
Nel sito archeologico di Megara Hyblaea, ad Augusta, sono ripresi oggi alla presenza dell’assessore dei Beni culturali Alberto Samonà, i lavori di scavo e ricerca dell’Ècole Française de Rome in collaborazione col parco Archeologico di Leontinoi, sotto la direzione del professore Jean-Christophe Sourisseau dell’università di Aix-Marseille, e del direttore del parco Lorenzo Guzzardi. Il gruppo di lavoro francese, affidato a René-Marie Berard, ricomincia oggi l’esplorazione del settore occidentale della città che è già stata avviata nel 2019, per indagare il più antico impianto della colonia, risalente alla fine dell’VIII sec. a.C..
«Il progetto di scavo – ricorda l’assessore regionale – rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione con le università straniere, nel quadro di una lettura multidisciplinare del mondo antico, il cui punto di forza è costituito dall’interazione tra saperi scientifici e discipline umanistiche. Dopo oltre settant’anni da quando Luigi Bernabò Brea, soprintendente alle antichità per la Sicilia orientale, affidò alla missione francese di G. Vallet e F. Villard l’esplorazione di Megara, continua, oggi come allora, la collaborazione tra la Sicilia e la Francia con un ambizioso progetto di recupero della memoria storica del Mediterraneo, che vede in Sicilia un territorio privilegiato di indagine. Gli scavi fortemente incoraggiati dal governo regionale si inseriscono nel complessivo rilancio delle campagne archeologiche che stanno caratterizzando questa primavera dell’archeologia in Sicilia».
Nell’ambito delle ricerche effettuate al di sotto di una delle case di epoca arcaica, durante le precedenti fasi di scavo, sono stati intercettati i resti del grande fossato tagliato nella roccia che delimitava il villaggio di età neolitica (5000-4000 a.C.). Su questo sito, in parte indagato da Paolo Orsi agli inizi del secolo scorso, continuerà a indagare il gruppo di lavoro francese nel quadro di un più ampio progetto di revisione delle fasi pre-protostoriche anteriori alla fondazione della colonia greca. Il team già dal 2019 è stato affiancato nell’attività di ricerca da un’unità del CNR-ISPC di Catania, sotto la direzione scientifica del professore Massimo Cultraro e del collega Henri Tréziny, direttore di ricerca emerito del CNRS.
«La nuova esplorazione – come riferisce il direttore Lorenzo Guzzardi – seguirà l’andamento del fossato, un’importante opera di difesa che prevedeva anche un aggere, un terrapieno difensivo in terra, che fa di Megara Hyblaea uno tra i più grandi insediamenti trincerati della Sicilia neolitica. Si punta anche a esplorare i resti delle capanne preistoriche, in parte visibili al di sotto della griglia di strade e case di epoca greca».