Gli attivisti di Magazzino di mutuo soccorso hanno organizzato una rassegna cinematografica. A fare da schermo è stato il muro di una casa antica nella casbah. «Siamo andati oltre l'isolitudine», spiega l'ideatrice Sara Basile a MeridioNews. Guarda le foto
A Lipari il cinema diventa un’esperienza collettiva «Dopo 30 anni, un film senza prendere l’aliscafo»
«Anche i muri possono parlare». E ce n’è uno a Lipari che, di storie, ne ha raccontate diverse, tutte proiettate su uno schermo. «Per andare al cinema, noi eoliani, dobbiamo prendere un aliscafo e provare ad arrivare sulla terraferma affidandoci al mare che comanda», racconta a MeridioNews Sara Basile dell’associazione Magazzino di mutuo soccorso, che ha organizzato la rassegna cinematografica Racconti d’estate. Nella più grande delle Eolie, l’ultima sala ha chiuso circa trent’anni fa e al suo posto oggi c’è un supermercato. Sull’isola non c’è nemmeno un teatro. È la piazza delle Arti e dei mestieri, nel cuore dell’antica casbah dell’isola – il quartiere ripopolato negli anni Quaranta dai pescatori arrivati dalle coste catanesi – a essere diventata «un luogo in cui rafforzare il senso di comunità tramite la settima arte», spiega la 28enne che nella vita studia regia e sceneggiatura e muove i primi passi come filmmaker.
Tra le nasse e le reti dei pescatori e in mezzo ai panni profumati stesi sui balconi, i muri di una delle zone più alte e suggestive dell’isola – detta Sopra la terra – sono abbelliti con murales «che raccontano le arti che diventano mestieri e le storie di persone che si danno da fare. A questi – continua Sara – abbiamo voluto aggiungere anche il muro del cinema». Dal 24 giugno al 18 luglio, con otto proiezioni due volte a settimana: da Il mondo perduto al documentario Rosso e nero di Elena Caronia, che racconta rituali e tradizioni dei pescatori di pesce spada; da Scuola in mezzo al mare di Gaia Russo Frattasi a Respiro di Emanuele Crialese, e poi Oltre il giardino di Hal Ashby, Un uomo da bruciare di Valerio Orsini e i fratelli Taviani, Via Castellana Bandiera di Emma Dante, Lazzaro felice di Alice Rohrwacher e Ricordi? di Valerio Mieli.
«Molti dei titoli li abbiamo scelti per omaggiare il quartiere dei pescatori – spiega Sara – anche perché tutto è nato dopo le dichiarazioni del comico francese Edouard Baer nell’introduzione della cerimonia d’inaugurazione del 72esimo Festival di Cannes. “Il cinema è un’esperienza collettiva, non è guardare Netflix mangiando la pizza“. Questo ha acceso in noi una scintilla». Da qui nasce l’idea di una mini-rassegna estiva di cinema all’aperto «per portare il cinema su grande schermo tra le persone e allontanarlo un po’ dalla fruizione solitaria davanti al computer».
L’obiettivo sembra essere stato centrato, non solo per le centinaia di persone che hanno partecipato alle proiezioni ma anche per «la grandissima collaborazione che si è creata con altre associazioni locali, con l’amministrazione comunale, con i commercianti che ci hanno fatto da sponsor e, soprattutto, con gli abitanti di un quartiere in cui si è conservato il valore della parola detta», dice Sara. Tra chi ha messo a disposizione delle bottiglie d’acqua, chi è venuto munito di sedia per sé e per chi non ne trovasse più nessuna libera c’è anche chi ha aperto la propria casa – e il proprio il bagno – in caso di necessità. «Partendo da un muro, si è creato il senso di comunità che va oltre quello di “isolitudine” coniato da Gesualdo Bufalino», racconta la giovane.
Un neologismo creato per descrivere la condizione esistenziale di appartenenza e di isolamento propria di chi è nato in un’isola. Stato che ben conoscono i liparioti che vivono sull’isola tutto l’anno e che, circa un anno e mezzo fa, hanno dato vita all’associazione Magazzino di Mutuo soccorso. Studenti, pensionati, operatori del settore turistico, una libraia, un’insegnante, una badante, alcune guide naturalistiche e anche la proprietaria di una bottega tessile che usa ancora il telaio a mano. «Ci siamo messi insieme spinti dal comune desiderio di incidere sul nostro territorio», spiega il presidente Paolo Arena. Lo zoccolo duro si forma, una decina di anni fa, attorno a un progetto politico «in senso partitico che poi diventa, invece, politico nel senso di collettivo». Non solo il cinema d’estate, sull’isola l’associazione si impegna tutto l’anno. «Portiamo avanti il primo progetto del gruppo di acquisto popolare con coltivatori locali che vendono i loro prodotti di stagione agli isolani – spiega Paolo – Ci occupiamo anche, una volta al mese, di pulire le spiagge e ogni anno organizziamo la Festa dei popoli per mettere insieme tutte le diverse comunità e nazionalità che convivono sull’isola».