Il caso era esplosi oltre cinque anni fa. L'accusa in origina era di truffa e falso. «A distanza di anni ci viene finalmente restituita la dignità politica che qualcuno aveva provato a sottrarci», dichiarano gli ex consiglieri Mirotta, Picone, Vassallo e Cicero
Agrigento, cinque archiviazioni per gettonopoli al Comune La procura: «Non sono stati raccolti riscontri sufficienti»
«Non sono stati acquisiti riscontri sufficienti a considerare configurabili le fattispecie delittuose indicate». È questo il motivo che ha portato la procura di Agrigento a chiedere l’archiviazione delle posizioni degli ex consiglieri comunali dellla città dei templi Alfonso Vassallo, Francesco Picone, Alfonso Mirotta e Antonio Cicero, tutti coinvolti nell’indagine ribattezzata Rimborsopoli. Stessa valutazione per quanto riguarda Francesco Giambrone, ex presidente provinciale di Confartigianato. Il gip ha accolto la richiesta archiviando le indagini.
Al centro dell’inchiesta c’erano le ipotesi di truffa e falso commesse nell’ambito dei gettoni di presenza e dei rimborsi spettanti ai datori di lavoro. Nel mirino c’erano alcune firme legate a deleghe ottenute per partecipare alle commissioni consiliari, mentre per Giambrone l’accusa era quella di avere predisposto un’assunzione fittizia funzionale ad avere rimborsi illegittimi. Per Cicero, infine, l’accusa era di avere spostato la residenza a Palermo in maniera fittizia, con l’obiettivo di ottenere il pagamento delle spese per il viaggio da compiere per partecipare alle attività del Consiglio comunale.
«A distanza di anni – si legge in una nota degli ex consiglieri Mirotta, Picone, Vassallo e Cicero – ci viene finalmente restituita la dignità politica che qualcuno aveva provato a sottrarci. Siamo stati accusati sulla stampa, sui social, di aver rubato soldi al Comune, di aver sottratto fondi alla comunità per ottenere un arricchimento indebito. Tutto falso, come abbiamo sempre ribadito in questi anni. Con la nostra archiviazione – sottolineano – si chiude definitivamente quella pagina orribile della nostra città della cosiddetta gettonopoli, che ha abbattuto un’intera classe politica per motivazioni che, ancora oggi, appaiono ben lontane dall’essere pienamente comprese».