Domani pomeriggio la Sala Futura ospiterà l'ultima replica della storia scritta da Claudio Fava, che è stata scelta anche dal ministero degli Affari esteri in occasione della loro commemorazione. Prossimamente varcherà anche i palcoscenici di diversi Paesi europei
Allo Stabile spettacolo dedicato a Falcone e Borsellino In scena i due magistrati raccontano i loro ultimi giorni
«Un mosaico di eventi, un delicato intrecciarsi di momenti ironici e amari, pubblici e intimi». Così Chiara Callegari definisce lo spettacolo L’ultima Estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo, da lei diretto e in scena nella Sala Futura del Teatro Stabile di Catania. La storia, scritta da Claudio Fava, inizia dalla fine, cioè dal 1992. Falcone e Borsellino sono già stati uccisi nei drammatici attentati del 23 maggio e del 19 luglio. Sulla scena, ridotta all’essenziale, ci sono solo una scrivania, una macchina da scrivere, dei faldoni, delle giacche e delle sedie. A narrare i fatti sono i proprio i due magistrati che, esattamente come quando si premeva il tasto rewind sul videoregistratore, iniziano un viaggio a ritroso nel tempo ripercorrendo la loro storia.
L’istruttoria del Maxiprocesso preparata nel silenzio e nella solitudine dell’Isola dell’Asinara, l’attentato sventato all’Addaura, la morte di Falcone, della moglie e della scorta prima e quella di Borsellino dopo. Nel testo di Claudio Fava però non ci sono solo i fatti di cronaca che hanno segnato la vita dei due giudici. Ci sono soprattutto Giovanni e Paolo, due uomini pieni di allegria e ironia, ma anche di rabbia e paura. Simone Luglio e Giovanni Santangelo, gli attori che sul palco prestano voce e corpo a Falcone e Borsellino, sono davvero bravi a far cogliere allo spettatore tutti i sentimenti provati dai due giudici durante i diversi momenti della loro vita. A ciò contribuisce, senza ombra di dubbio, la drammaturgia di Fava che mette in luce gli ultimi mesi della vita dei due protagonisti in una dimensione fortemente quotidiana e semplice, senza nulla togliere al valore della loro battaglia e al loro profondo senso dello Stato. I due giudici appaiono così come due normali amici, prima ancora che due eroi, legati da quel triste destino che forse conoscevano già all’inizio del loro cammino insieme.
Lo spettacolo, prodotto del Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Chinnicchinnacchi Teatro e Collegamenti Festival, è stato scelto dalla Direzione generale per la Diplomazia pubblica e culturale del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale per la commemorazione dei due magistrati in particolare presso le Ambasciate e i Consolati italiani. Dopo il debutto nella Sala Futura del Teatro Stabile di Catania infatti partirà una lunga tournée che toccherà Tirana, Valona, Atene, Parigi, fino alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in Lussemburgo.