Unict, i problemi quotidiani alle Verginelle La denuncia dei rappresentanti degli studenti

Il Corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche conta l’immatricolazione di 300 studenti annui (senza tener conto dei ragazzi esclusi dal test d’ingresso che acquistano i corsi singoli). Si presuppone, quindi, che il complesso edilizio Le Verginelle supporti adeguatamente ogni singolo studente nel suo percorso di studi, sia a livello formativo che a livello strutturale e logistico.

Quello che invece emerge è l’incoerenza tra il Manifesto degli Studi, nel quale si garantiscono strutture proporzionate all’utenza nonché laboratori informatici e linguistici, e la reale situazione con la quale ci troviamo a convivere. Ciò che ci preme segnalare è l’inadeguatezza delle strutture, non sufficienti ad ospitare tutti gli studenti, relegati in aule la cui capienza massima raggiunge i 150 posti circa. Ci chiediamo come sia possibile tenere una lezione rivolta a 300 studenti quando l’aula più grande può contenerne solo la metà. Consideriamo il caso di uno studente del Cdl in Scienze e tecniche psicologiche che, desideroso di partecipare alla lezione, si ritrova in aula senza un docente, il quale è sostituito da una voce in audio conferenza talvolta coadiuvata dalla proiezione di slides. E se lo studente volesse porre una domanda? L’unica soluzione sarebbe alzarsi, recarsi nell’aula dov’è presente il docente, interrompere la lezione con la possibilità che l’argomento sia già stato superato.

Risulta impossibile la naturale interazione tra studente e docente; sembra quasi esagerato chiedere delucidazioni nel corso di una lezione, in quanto non è sufficiente la consueta alzata di mano per chiedere la parola ad un professore che per la maggioranza degli studenti risulta essere solo una voce. Quanto di più spiacevole è che questa è una delle ragioni per cui diminuisce la frequenza di studenti, resi esausti dal combattere per un posto a sedere. Non è forse questa una delle ragioni per cui gli studenti abbandonano le lezioni? Consideriamo che lo stesso studente, impossibilitato a seguire la lezione, si rechi in aula studio, speranzoso di trovare un ambiente tranquillo e riservato dove studiare. In realtà è questa la situazione che si presenta ai suoi occhi: un ambiente di passaggio, confusionario, più consono alla consumazione del pranzo piuttosto che allo studio. E’ possibile studiare in un corridoio?

La risposta a queste domande potrebbe sembrare ovvia ma la realtà dei fatti mostra che nessuna delle istituzioni si assume la responsabilità di risolvere la situazione. Dopo aver sollevato le problematiche da noi riscontrate presso gli uffici di competenza, abbiamo ricevuto supporto da parte di molti, mentre qualcun altro sostiene che la soluzione sia la chiusura del corso o il dimezzamento del numero di iscritti; aggiungono, tra l’altro, che il problema si pone solo per un breve periodo. Ma non è quindi lecito chiedersi se la bassa frequenza degli studenti sia dovuta a un reale disinteresse o invece all’effettiva mancanza di strutture e di docenti nel nostro Dipartimento?

Assunta la consapevolezza delle problematiche presenti nel nostro Dipartimento , proponiamo delle soluzioni per apportare delle migliorie a livello didattico. Una possibile soluzione per venire incontro alle necessità degli studenti, è la ricerca di un locale da adibire ad aula studio adatto alle esigenze degli studenti, nel quale essi possano trovare la giusta atmosfera e concentrazione necessarie. Inoltre risulta evidente l’esigenza di poter svolgere le lezioni in aule più grandi in grado di ospitare tutti gli studenti o, eventualmente, la divisione dei corsi in due gruppi (A-L, M-Z) in modo da adeguarsi alla capienza delle aule presenti e favorire un migliore e naturale svolgimento delle lezioni.

I rappresentanti del Cdl in Scienze e Tecniche Psicologiche

[Foto di Catania]


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