Dopo un anno di stop le bandiere di Libera tornano anche a Catania in memoria di tutte le persone che, anche indirettamente, hanno patito gli effetti del fenomeno mafioso. La manifestazione è iniziata in piazza Lanza per poi proseguire al liceo Spedalieri
La giornata delle vittime innocenti delle mafie «Quest’anno si contano altri 24 morti in più»
Faccia a faccia tra detenuti e i familiari delle vittime innocenti delle mafie, la lettura dei nomi davanti al carcere di piazza Lanza e la realizzazione di un albero in omaggio alle vittime. Il tutto orientato alla collaborazione per stimolare una revisione critica del passato. La giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è stata celebrata oggi in tutta Italia. Anche a Catania le bandiere di Libera sono tornate a sventolare, dopo la conclusione del progetto Dentro e fuori la memoria dell’ufficio distrettuale dell’esecuzione penale esterna di Catania e finanziato dal dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità nell’ambito di attività riparative e risocializzanti.
«Quest’anno è pieno di ricorrenze importanti: sono passati 30 anni dalle stragi del ’92 e 40 dalla morte del generale Alberto Dalla Chiesa», ha detto la prefetta Maria Carmela Librizzi. «È fondamentale che continuino queste iniziative perché contribuiscono dopo tanto tempo alla memoria», ha affermato Librizzi. «Per Libera è un giorno di gioia – ha commentato Dora Torrisi del coordinamento provinciale Asso Libera di Catania – in cui si celebra l’impegno costante di ogni giorno, dove i ragazzi arrivano con percorsi di legalità e l’attenzione ritorna sul territorio».
Per l’occasione un manufatto in ceramica delle vittime della mafia, realizzato in collaborazione con il liceo artistico Emilio Greco, è stato affisso nel piazzale di fronte al carcere di piazza Lanza. Poi la manifestazione è proseguita all’interno dell’istituto scolastico Spedalieri dove sono stati letti i nomi delle 1055 vittime innocenti morte per mano della mafia. «Sono 24 in più rispetto all’anno scorso – ha spiegato il docente Guglielmo La Cognata -, un numero impressionante come se un intero liceo sparisse di colpo». E ha aggiunto: «Immaginiamoci come sarebbe l’Italia se fossero vive queste persone – ha concluso – abbiamo perso l’Italia come sarebbe potuta essere».