Il giovane sarebbe stato ucciso e il corpo occultato a Gala, frazione del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, da Domenico Abbate e Renzo Messina, affiliati ai Barcellonesi. Tutto sarebbe derivato dalla faida tra quest'ultimo e il gruppo dei Chiofaliani
Messina, risolto un omicidio di mafia degli anni ’90 Ucciso perché del clan opposto. Eseguiti due arresti
A Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, i carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Messina, su richiesta Direzione distrettuale antimafia (Dda), a carico di Domenico Abbate, nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 27 aprile 1970 e Renzo Messina, anche lui di Barcellona Pozzo di Gotto nato il 6 giugno 1969, indagati per l’omicidio di un ragazzo del luogo di 23 anni.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti il ragazzo sarebbe stato ucciso e il suo cadavere
occultato perché sospettato di essere vicino al contrapposto gruppo dei Chiofaliani e
perché avrebbe rubato in una ditta del luogo “protetta” dai barcellonesi in quanto sottoposta a estorsione. L‘8 aprile del 1990, Abbate e Messina, ritenuti vicini alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, si sarebbero occupati di avvicinare la vittima conducendola con un pretesto a Gala, frazione del Comune, dove ad attenderli ci sarebbero stati i vertici
dell’organizzazione mafiosa che ne avrebbero deciso l’uccisione.
La scomparsa del giovane va ad aggiungersi ai numerosi casi di lupara bianca che tra la
fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 si registrarono nella zona tirrenica della provincia
di Messina, nel corso della cruenta guerra tra i Barcellonesi e l’avverso gruppo dei Chiofaliani.