Associazioni chiedono nuova vita per il bene confiscato  «Struttura è in abbandono. Si dia a chi ne ha bisogno»

«Il bene confiscato sia una struttura utile ai senzatetto. La struttura c’è, ma è abbandonata: si faccia un progetto per dare vita nuova a chi ne ha bisogno». Così Giulia Biazzo, attivista dell’Arci Catania – Siciliani Giovani, lancia l’appello alle istituzioni e, quindi, al Comune di Catania affinché il bene confiscato alla mafia di via Calatafimi 4 possa accogliere i senzatetto presenti nel capoluogo etneo. L’idea è quella di utilizzare i fondi del Pnrr messi a disposizione dal governo attraverso cui finanziare un progetto necessario a dare un tetto e un locale accogliente a chi non ce l’ha. Attualmente in città non esiste una struttura di questo tipo. È questo il motivo per cui oggi i rappresentanti di Arci, User Arbor, CGIL e FILLEA CGIL, I Siciliani giovani si sono dati appuntamento per illustrare alla stampa le soluzioni per poter rilanciare i locali confiscati alla criminalità organizzata che oggi versano in stato di abbandono.

Il bene confiscato è stato affidato alla questura, che lo ha utilizzato per un periodo di tempo. Attualmente è ancora in carico all’Agenzia dei beni confiscati. Adesso le associazioni chiedono al Comune che venga istituito un tavolo di concertazione con i sindacati per definire la destinazione di questo bene attraverso la presentazione di alcuni progetti. Da anni le associazioni presenti in città chiedono all’amministrazione di destinare un bene pubblico ai senzatetto. La possibilità era virata su una struttura di via Delpino, a Librino. Dopo un iter durato due anni, l’amministrazione guidata da Salvo Pogliese lo destinerà sempre ad attività sociali, escludendo il dormitorio: la struttura, secondo la giunta, sarebbe «troppo decentrata». 


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