Dall'azzeramento della Giunta all'esercizio provvisorio il clima non è sereno, soprattutto tra le linee della maggioranza. Torna sul piatto l'ipotesi dimissioni del governatore ma i tempi stringono. Al centro anche le trattative per le elezioni regionali
Crisi di governo, il punto delle opposizioni in attesa dell’Aula «Il presidente Musumeci riferisca all’Ars oppure si dimetta»
Crisi di governo, exit strategy e tempi molto stretti per la risoluzione di molte questioni in sospeso. Prima tra tutti l’approvazione dell’esercizio provvisorio già slittata due volte. È il panorama politico regionale visto da M5s, Pd e Cento Passi all’Ars sulla crisi nella maggioranza, aperta dal presidente della Regione Siciliana la scorsa settimana dopo l’elezione dei tre grandi elettori del capo dello Stato. Le opposizioni, anche a seguito della mancata presentazione in Aula del presidente e poco prima della terza seduta in cui si potrebbe procedere all’approvazione, hanno convocato una conferenza stampa e richiesto le dimissioni del presidente Musumeci. «Venga a riferire in Aula sulla crisi oppure si dimetta», è l’appello lanciato dal capogruppo Pd Giuseppe Lupo. «Trovo scandaloso che il presidente della Regione stia subordinando l’azione del governo al suo obiettivo di essere ricandidato alla presidenza – dice il capogruppo dem all’Ars – Piegare gli interessi della Sicilia a un interesse personale è inaccettabile».
«Non mi stupirebbe – chiosa Claudio Fava di Cento Passi -, ma se stesse trattando per sé avrebbe un malinconico epilogo». Che, per le opposizioni, potrebbe essere evitato con le dimissioni. Un’ipotesi che, a dire di Lupo, potrebbe essere ancora nella mente del presidente Musumeci. «Ha detto che sta facendo questo giro di consultazioni e che al momento non è in grado di riferire le evoluzioni in assemblea – prosegue Lupo -, oggi è all’ordine del giorno e intuiamo da quanto ha detto Miccichè che il presidente non escluda le dimissioni». I tempi intanto stringono. «Questa crisi deve avere tempi certi – chiede Lupo -, abbiamo urgenza di capire se può o meno risolversi». Perché, prosegue Lupo, «dopo quattro anni di governo non sono in grado di andare avanti e stanno attuando un’exit strategy». L’occasione è utile per sfoggiare ancora una volta quell’«agguato della peggior specie», come definito dai fedelissimi di Musumeci, che ha visto quest’ultimo arrivare terzo nella corsa per i delegati regionali. «Se la maggioranza c’è batta un colpo – incalza Lupo – abbiamo ottenuto 32 voti con Nuccio di Paola, ma non potremmo mai impedire l’approvazione dell’esercizio provvisorio».
I tempi sarebbero contingentati almeno per due motivi. Da una parte, appunto, le questioni in sospeso sul tavolo della Regione: dall’approvazione dell’esercizio provvisorio alla Finanziaria. «Scelte importantissime per i prossimi anni – commenta Nuccio Di Paola, capogruppo del Movimento 5 stelle e tra i delegati per votare il presidente della Repubblica -, che non possono essere procrastinate». Dall’altra la necessità di accelerare le trattative politiche, stavolta non sul fronte della maggioranza ma delle forze di centrosinistra. Se sulle dimissioni di Musumeci i diversi schieramenti sarebbero tutti d’accordo, il quadro si complica al momento di imbastire le trattative per le Regionali: dall’ipotesi accordo su un candidato unico a quella delle primarie, quest’ultima paventata mesi fa poco dopo l’ufficialità della candidatura di Fava, ma che ancora non sembra essere in via di risoluzione. E a porre un freno sarebbe il Movimento 5 stelle. «Le primarie si possono fare e siamo d’accordo ma mi sembra che il Movimento non sia molto disponibile», è la stoccata di Lupo ai grillini che vedono comunque un candidato, sebbene con «un’iniziativa personale», nell’europarlamentare Dino Giarrusso.
«Tutti insieme – dice Lupo -, per Amministrative e anche a livello regionale, dobbiamo accelerare il passo. Non escludo possa esserci un election day». Nel frattempo a insediare la candidatura di Claudio Fava, c’è il nome di Caterina Chinnici. Magistrata in aspettativa per mandato politico, figlia del giudice istruttore Rocco ucciso dalla mafia nel 1983, Chinnici è già europarlamentare nel gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici. «Con il massimo rispetto per Caterina Chinnici non vedo perché dovrei fare un passo indietro – risponde Fava -. Se qualcuno ritiene di rappresentare una proposta utile per il centrosinistra non credo che gli si possa dire no – aggiunge – C‘è uno strumento che è quello delle primarie se ci saranno più candidati, ma passi indietro mi sembrerebbe un atto di viltà anche rispetto a quello che è stato detto, fatto e proposto». Fiducioso Nuccio di Paola. «Sono convinto che troveremo la sintesi con un metodo che unisce e non divide», ha detto il capogruppo pentastellato. Al di là delle Regionali l’attesa adesso è per la seduta d’Aula di oggi pomeriggio dove si dovrà capire se il presidente si presenta. Il clima è caldo e all’Ars preparano gli estintori.