Troppo alte le emissioni di Co2. Per questo motivo il sindaco di Lipari ha firmato un'ordinanza che vieta ai residenti della zona del porto di pernottare. Non è prevedibile quando rientrerà il problema e, per questo motivo, si studia l'istallazione dei dispositivi
Vulcano, l’idea di rilevatori per salvare l’isola dal gas Federalberghi: «Soluzione per neutralizzare i rischi»
«L’obiettivo è quello di potere dotare tutto il territorio e le strutture ricettive di un sistema di rilevatori. Così da monitorare e neutralizzare i rischi dovuti alle emissioni di gas». Passerà probabilmente per questi dispositivi, come ha spiegato durante la trasmissione Direttora d’aria Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie, la soluzione al problema che ormai da giorni vive un pezzo del territorio di Vulcano.
L’area del porto dell’isola, che fa parte dell’arcipelago delle Eolie, da lunedì è stata dichiarata zona rossa, ma in questo caso non c’entra il Covid. Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni ha firmato un’ordinanza che vieta, per 30 giorni, ai residenti di pernottare nell’area del porto. Colpa dell’alta percentuale di presenza di anidride carbonica al suolo che riduce la quantità di ossigeno. Secondo gli ultimi rilievi, il dato è di 480 tonnellate contro le 80 che rientrano nella norma.
Al momento, non possono entrare nel territorio dell’isola nemmeno i turisti: gli ultimi sono stati alcuni stranieri che avevano acquistato i tagliandi prima dell’ordinanza. Chi non può dormire nella propria abitazione può andare nelle seconde case o in alcune strutture messe a disposizione da albergatori e Comune. Quando finirà il tutto? Non c’è una previsione ed ecco perché sul tavolo, proprio in queste ore, è finita l’idea di dotare l’area di rilevatori, sia in strada che negli alberghi, in modo da fare scattare l’allarme nel momento del superamento del livello di guardia. Così da garantire la sicurezza di cittadini e turisti. Il nodo è quello dei costi e se ne discuterà nei prossimi giorni.