Il marito della donna e padre del bambino trovati morti nelle campagne di Caronia ad agosto dello scorso anno ha depositato una denuncia per contestare le mancate azioni che si sarebbero potute compiere subito dopo la scomparsa
Viviana e Gioele, la querela per omissione di soccorso Daniele Mondello: «Sottovalutate immagini dei pompieri»
C’è un dubbio che tormenta Daniele Mondello e che gli ha fatto perdere il sonno. Se il corpo di sua moglie Viviana fosse stato trovato il 4 agosto 2020, il giorno dopo la sua scomparsa, quando i droni dei vigili del fuoco lo hanno immortalato ai piedi del traliccio, Gioele poteva salvarsi? Una domanda a cui vuole una risposta Daniele, padre del piccolo e marito di Viviana Parisi, svaniti nelle campagne di Caronia il 3 agosto e trovati morti a distanza di giorni uno dall’altro. Le indagini avviate dopo l’apertura di un fascicolo dalla Procura di Patti si sono definitivamente chiuse ieri quando il gip Eugenio Aliquò ha archiviato il caso come chiesto dal procuratore capo di Patti Angelo Cavallo.
Mondello, il 23 ottobre scorso, il giorno dopo in cui sono state presentate le memorie difensive a sostegno dell’opposizione all’archiviazione, ha depositato una querela alla procura pattese. Nella denuncia si contesta l’omissione di soccorso da parte dei vigili del fuoco incaricati di effettuare le ricerche di madre e figlio nelle campagne di Caronia. In particolare, nella querela Mondello ricorda che per rintracciare Viviana e Gioele furono utilizzati i droni e proprio queste apparecchiature avrebbero individuato il cadavere di Viviana la mattina del 4 agosto, il giorno dopo la loro scomparsa nei boschi seguita all’incidente nella galleria della A20 all’altezza di Pizzo Turda a Caronia. «Sebbene già individuato dai droni il cadavere di Viviana, nessuno di coloro sui cui gravava l’obbligo urgente di operare l’analisi dei fotogrammi estratti dalle videoriprese in esame poneva in essere tale adempimento del proprio ufficio», contesta l’uomo. Nella querela si ricorda inoltre che «le azioni di accertamento e vaglio delle foto non sono rimesse al libero apprezzamento individuale ma disciplinate da norme ed individuate dal protocollo della prefettura».
Nel documento presentato alla procura di Patti si fa presente che non c’è certezza su quando sia morto Gioele che «potrebbe (in via ipotetica) essere sopravvissuto alla madre e aver trovato la morte vagando, da solo, nei boschi di Caronia» anche mentre erano in corso le operazioni di ricerca. Viene infine sottolineato come le «immagini in esame non saranno mai vagliate dal corpo dei vigili del fuoco. Il rinvenimento del cadavere di Viviana nei fotogrammi presi dal drone, infatti, avviene ad opera della dottoressa Somma» incaricata dalla Procura di Patti di analizzare le immagini. Circostanza che fa concludere a Mondello che se tale incarico non fosse stato conferito «non avremmo mai saputo che Viviana fosse stata documentalmente registrata già nell’immediatezza dei fatti».
Ecco perché chiede si proceda a verificare le responsabilità connesse a quelle che ritiene siano state delle condotte omissive e valutare le eventuali responsabilità. Daniele Mondello si riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale processo per chiedere «il risarcimento dei danni materiali e morali subiti».
«Da giorno 8 tutti sapevano che il cadavere di Viviana era sotto il traliccio – dichiara l’avvocato Claudio Mondello -. Possibile che quanti hanno effettuato le ricerche non abbiamo avuto anche solo l’interesse di controllare se nelle immagini dei droni il corpo fosse già lì? Se non l’avesse evidenziato la dottoressa Somma non l’avremmo mai saputo. Non è ammissibile». Intanto è stata fissata la data delle esequie di Viviana e Gioele: i funerali si terranno sabato alle 15 nel duomo di Messina.