Il provvedimento di Ignazio Puglisi obbliga i proprietari di addestrare gli animali e, se il problema persiste, all'utilizzo di dispositivi. La questione sarà discussa oggi in un incontro pubblico. «Gli strumenti sono fortemente sconsigliati», dice l'esperta a MeridioNews
A Piedimonte un’ordinanza vieta ai cani di abbaiare Il sindaco: «Verrà applicata solo nei casi estremi»
Evitare che «insorgano patologie psicologiche legate all’abbaiare dei cani» specie nelle ore notturne quando, anche tenendo le finestre socchiuse, non si riesce a riposare. Tutto perché valga «il diritto alla quiete e alla tranquillità». Sono soltanto alcuni dei passaggi della discussa ordinanza «anti abbaio» emessa dal sindaco di Piedimonte Etneo Ignazio Puglisi. La decisione del primo cittadino è in vigore già dallo scorso luglio, ma dal momento della sua pubblicazione non ha fatto altro che scaldare gli animi destando la perplessità di alcuni residenti e degli amanti dei cani. A fare discutere sono le disposizioni scritte in fondo al documento firmato da Puglisi, che ordina «a tutti i proprietari dei cani di adottare misure e sistemi educativi (corsi di addestramento o altri elementi educativi) ritenuti idonei per una pacifica convivenza». Ma ci sarebbe di più. Nel caso in cui i metodi di addestramento non dovessero funzionare, il sindaco obbliga all’utilizzo di «dispositivi anti abbaio disponibili nel mercato specializzato, assolutamente innocui – scrive – che non producano stress, scottature o dolore per gli animali». Qualora l’abbaiare del cane continuasse, il proprietario potrebbe essere sanzionato con una multa che va dai 25 ai 50 euro.
I primi a essere preoccupati di questa decisione sono alcuni cittadini. Nessuno, finora, è stato multato, ma qualcuno ha già ricevuto i controlli da parte dei vigili urbani. «Io ho sei cani – racconta una residente a MeridioNews – Uno di questi è un pastore tedesco che tende ad abbaiare, quindi sono preoccupata. Parte della cittadinanza, in particolare qualcuno più avanti con gli anni, è d’accordo col sindaco. Prima dell’ordinanza ho già ricevuto la visita dei vigili, probabilmente sotto segnalazione di qualcuno, che si sono accertati che i cani fossero tenuti in buone condizioni. Non vorrei che adesso, al minimo abbaio di un mio cane, possa incorrere in qualche sanzione. Anche perché non è bello ricevere i vigili sapendo che non hai fatto nulla di male. Non vorrei nemmeno che con questa scusa i cani venissero maltrattati, come succede in diverse occasioni, non soltanto nel mio paese».
A provare a rasserenare gli animi è proprio il sindaco Puglisi, che oggi pomeriggio, in un incontro pubblico al Museo delle Vite in via Mazzini, spiegherà i motivi dell’ordinanza. Al tavolo, aperto anche alla cittadinanza, saranno presenti la presidente del Consiglio Carmela Vasta, l’assessore al Ranagismo Maria Nucifora, il dirigente dell’Asp veterinaria Felice Belfiore e l’istruttore cinofilo Giuseppe Distefano. «Voglio venire incontro alle ragioni di tutti e, se sarà necessario, modificare qualche punto del documento – specifica Puglisi al nostro giornale – Questo provvedimento, al contrario di come appare, vuole tutelare gli animali. Quando i cani abbaiano per molto tempo, vuol dire che, per la maggior parte delle volte, non sono tenuti in condizioni idonee. La sanzione scatta esclusivamente quando, dopo alcune segnalazioni, i vigili urbani rilevano che l’abbaio del cane persiste per diverse ore, non davanti a casi isolati. Una volta essersi accertati di questa situazione, saranno controllati i luoghi in cui stanno i cani. E, se questi non risultano adeguati, scatterà ala sanzione. In questo modo salvaguardiamo gli animali ma anche i residenti, che hanno tutto il diritto di non andare incontro a perenni disturbi e al rischio di inquinamento acustico».
Spiegati questi motivi, rimangono però le azioni anti abbaio previste dal primo cittadino. A preoccupare in tanti sono infatti gli eventuali addestramenti e i dispositivi a cui dovrebbero far ricorso i proprietari. I dispostivi anti abbaio in commercio possono essere dei collari o strumenti elettronici che emettono degli ultrasuoni pronti a dissuadere l’animale. Questi, secondo gli esperti veterinari, sarebbero da evitare. «Ci sono, per esempio, delle museruole o dei collari che spruzzano acqua alla citronella ogni volta che il cane abbaia – spiega a MeridioNews Letizia Di Prima, dottoressa veterinaria esperta in comportamento – In questo modo il cane prova dolore psicologico, oltre ad alterare il benessere degli animali. Si tratta di un principio sulla punizione positiva ormai obsoleto e smentito da tantissime ricerche scientifiche. Se ci sono dei casi in cui il cane abbaia di continuo, prima si dovrebbe fare una valutazione con il veterinario esperto in Comportamento e con un istruttore riabilitatore».
L’esperta sottolinea come l’adozione di questi strumenti possa peggiorare la situazione. «Se il cane abbaia, c’è un problema – continua Di Prima – Magari l’animale non abbaia più, ma può sfogare il suo malessere in altri comportamenti. Oppure, potrebbe riprendere ad abbaiare. L’abbaio del cane è un’esplosione emozionale. Tentare di ridurla in questo modo non far altro che provocare un’implosione emotiva». Dal canto suo, Puglisi prova a rassicurare: «Se i collari anti abbaio non dovessero andare bene – conclude il sindaco – non è detto che si adotteranno. Fermo restando che l’ordinanza nella sua portata verrà mantenuta: dobbiamo portare avanti i controlli per far sì che i cani vivano in piena serenità».