Le limitazioni legate al Covid-19 non hanno consentito a tutti di entrare, ma molti concittadini della giovane uccisa dall'ex compagno hanno deciso di seguire comunque le esequie a distanza. In prima fila i genitori. Guarda il video e le foto
Trecastagni, l’ultimo saluto in piazza a Vanessa Zappalà «Bisogna continuare a credere nell’amore nonostante tutto»
Una
bara bianca con sopra un mazzo enorme di girasoli. I fiori preferiti di Vanessa, che ne aveva uno – oramai quasi appassito – anche sul balcone davanti alla finestra della sua stanza. «Noi tutti avremmo desiderato essere altrove e non qui». È così che il sacerdote della chiesa di sant’Alfio a Trecastagni ha iniziato la celebrazione del funerale della ragazza di 26 anni, uccisa sul lungomare di Acitrezza a colpi di pistola dal suo ex compagno Tony Sciuto. Che l’indomani è stato trovato cadavere, dopo essersi impiccato alla cisterna della campagna di un familiare in contrada Trigona.
«È Quinziano (il senatore che fece martirizzare sant’Agata,
ndr) chi in una donna vede solo un corpo da possedere, chi sfrutta e vende la dignità di una donna, chi pensa di essere proprietario di una donna, chi non la rispetta», conclude padre Greco prima di iniziare la messa celebrata dal vicario del vescovo Salvatore Genchi.
Sul sagrato della chiesa di Sant’Alfio, a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, ci sono
solo 190 sedie riservate a parenti e amici di Vanessa. Dietro le transenne che circondano la piazza, dove tutte le attivita commerciali (una gastronomia, una farmacia, una cartoleria, una macelleria, una trattoria) sono rimaste chiuse, una folla di cittadini di ogni età prova comunque a partecipare a distanza.
I genitori, in prima fila, non staccano mai gli occhi dalla bara che hanno davanti
circondata da fiori e palloncini bianchi e rossi. Un coro di donne intona canti che scandiscono la messa. Il vangelo è quello di Marta e Maria che chiedono a Gesù spiegazione della morte del loro fratello Lazzaro. «Vanessa lascia questo mondo perché in breve tempo è giunta al termine dell’esistenza terrena. Una fine determinata da un gesto violento che nessuno ha diritto di compiere – ha detto durante l’omelia il vicario del vescovo, monsignor Salvatore Genchi – La vita è un dono di Dio e può essere espressa al massimo della sua potenzialità se vissuta nell’amore. Bisogna continua a credere nell’amore nonostante tutto».
«Una vita spezzata in modo prematuro, brutale e barbaro. Nessuno di noi può provare il dolore dei genitori. Molti parlano di delitto d’amore
ma l’amore è incompatibile con la violenza. Il femminicidio è uno stillicidio di sangue – dice il sindaco di trecastagni Giuseppe Messina ricordando anche di altre due vittime, Laura Russo e Giordana Di Stefano – Le istituzioni devono chiedere al Parlamento di modificare e migliorare le norme sullo stalking. Noi, come giunta – prosegue il primo cittadino – abbiamo già ratificato la pratica. Vanessa, tu sei stata una ragazza solare, tutti ricordano la tua educazione e sensibilità. Non sarai mai dimenticata e resterai nei cuori di tutti noi», ha concluso il primo cittadino con voce commossa.