Etna, ecco com’è cambiato il turismo sul vulcano «Eruzioni incuriosiscono, ma calano gli stranieri»

Oltre 50 parossismi, per un’attività frenetica e spettacolare. Nel 2021 l’Etna ha cambiato volto, da febbraio a oggi, dopo 20 anni, ha fatto registrare dei fenomeni naturali a ripetizione. E, oltre a ricevere ancora più attenzione da parte degli esperti, è stata meta degli immancabili curiosi e appassionati. Tanto che le sue immagini sono state richieste dalla nota emittente britannica Bbc, da Netflix e dalla Warner Bros. Piattaforme televisive e cinematografiche che, come conferma Giuseppe Distefano, foto-video reporter di Etna Walk. «Ci hanno chiesto foto e video, hanno voluto delle riprese precise che manderanno a fine anno con dei documentari – spiega a MeridioNews – Gli stranieri non sono interessati esclusivamente al vulcano in sé, ma sono incuriositi del rapporto che c’è tra gli abitanti e l’Etna. Il fatto che i paesi vengano ricoperti di cenere per noi è diventata una cosa quasi normale, ma chi ci guarda da fuori la vede con curiosità, la caduta dei lapilli è sorprendente per loro». Distefano, supportato dai colleghi, da oltre dieci anni immortala il vulcano in tutte le sue forme.

«Da anni aiutiamo le troupe che vengono qui o forniamo loro il materiale – continua – A inizio marzo, quando i fenomeni vulcanici erano quasi quotidiani, abbiamo realizzato dei filmati per Focus Italia. Abbiamo spesso offerto supporto logistico e amministrativo alle varie emittenti che vengono qui, specie a Rifugio Sapienza, con più servizi dedicati». La parte Sud dell’Etna è la più frequentata: tra i locali di Rifugio Sapienza alla funivia, la gente non manca. «Anche se con tutti i fenomeni eruttivi sono stati imposti dei limiti su dove arrivare, la gente, magari quelli che prima non prediligevano la montagna, adesso pratica trekking o non rifiuta il clima serale, soprattutto con questi giorni di gran caldo in città». E se l’Etna diventa motivo di interesse per alcune piattaforme televisive e cinematografiche straniere, a sentire le guide, è stata meno frequentata dai turisti rispetto a due anni fa: a fare la differenza è stata la pandemia con le sue relative restrizioni. A risentirne della diminuzione dei flussi turistici rispetto agli altri anni sono proprio le guide turistiche che si occupano di fare scoprire il vulcano a italiani e stranieri in tutti i suoi anfratti

«Per com’era iniziata la stagione bisogna dire che adesso si sta lavorando un po’ di più – fa sapere Vincenzo Greco, dell’associazione Guide vulcanologiche Etna Nord – Abbiamo scoperto che adesso in molti vengono in camper e che il turismo è cambiato: ci sono molti più italiani che preferiscono il turismo di prossimità. Tante anche le famiglie in camper. Grazie alle eruzioni, l’attenzione si è alzata, la gente poi è alla riscoperta di spazi aperti, che magari prima non frequentava. In più, oltre ai francesi e tedeschi, grandi appassionati dell’Etna, adesso abbiamo avuto anche turisti della zona balcanica, molti croati». L’associazione di Greco si occupa di portare i visitatori sia nella parte Sud che nella parte Nord. «Abbiamo il dovere di garantire la sicurezza dei visitatori, come disciplinato da Protezione civile e prefettura possiamo andare fino a 2750 metri a Sud, non possiamo spingerci oltre – aggiunge Greco – Il versante Sud è stato quello più interessato dai parossismi. Qui infatti ci troviamo un paesaggio totalmente nuovo: il pendio è aumentato parecchio, abbiamo rocce nuove dovute a quei 130 milioni di metri cubi di sabbia che si sono sparpagliati in questi punti. I turisti sono sempre più curiosi: ci chiedono sempre delle eruzioni e sono sopresi da questo paesaggio, che dopo i tanti fenomeni eruttivi appare nuovo anche a noi». 

Sul fronte del rispetto delle norme anticovid, maggiore attenzione merita la funivia. «Sia qui che sugli autobus tutti devono indossare la mascherina – prosegue Greco – Al momento non è richiesto il Green pass, ma rispetto all’anno scorso, quando potevano essere occupati al 50 per cento, quest’anno è possibile contare su tutti i posti della cabina della funivia, ma la mascherina è d’obbligo». Pure chi opera nel versante Sud, in genere più frequentato, parla di un cambio della fascia di frequentatori. «Dopo la pandemia il turismo è sicuramente cambiato e abbiamo la presenza di gruppetti più ristretti che non viaggiano più col bus: adesso abbiamo notato che le persone adesso voglio camminare un po’ di più, con un’escursione che si protrae anche oltre due ore. Le Jeep, i giri in funivia vanno avanti lo stesso – spiega Salvo Longo, delle guide alpine Etna Sud -. Le belle giornate hanno favorito le escursioni, che con i nuovi limiti possono arrivare fino alla Valle del Bove.  Dall’altro lato, sicuramente registriamo meno visitatori rispetto a quando, come due anni fa, eravamo in condizioni normali, senza il Covid-19. Al momento non siamo in grado di dare dei dati certi, ma un calo c’è stato sicuramente. A giugno siamo ripartiti, ma manca una buona fetta di turismo, anche se ci sono molti italiani. Sul fronte delle regole anti contagio, noi facciamo in modo che non si creino assembramenti: anche se quando siamo all’aperto non è necessaria la mascherina». Tutti i parossismi che ci sono stati hanno avuto una eco mondiale. «Probabilmente chi si trova da altre parti della Sicilia, come per esempio a Siracusa, adesso viene a chiederci cosa è successo. La curiosità per le eruzioni, dopo tutti questi eventi naturali, è sicuramente aumentata».


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