Dal 2008 non ospita più alunni e dal 6 luglio, data dell'ultima azione di vandalismo, sono stati trasferiti altrove anche gli uffici amministrativi. La scuola del quartiere alla periferia Sud di Catania è da anni lasciata all'abbandono e al degrado. Adesso presidi e residenti chiedono che il Comune intervenga immediatamente. «Il rischio è che nel giro di sei mesi si trasformi in un altro palazzo di cemento», denunciano. L'amministrazione, che stamani ha effettuato un sopralluogo, valuta l'ipotesi di usare la struttura per ospitare un istituto superiore polivalente. Guarda le foto
Scuola Brancati chiusa e abbandonata «Tra sei mesi come il palazzo di cemento»
Il primo sabato di luglio, la preside Nunziata Blancato è entrata per l’ultima volta nel plesso del villaggio Sant’Agata della scuola Brancati. Ad aspettarla, disposti in ordinata fila nel corridoio, c’erano alcuni computer. Gli altri, la maggior parte, se li erano portati via i ladri la notte precedente. Ma non ce l’avevano fatta a rubarli tutti in una volta. Così avevano pensato bene di lasciarli in una posizione comoda per ultimare il lavoro la mattina successiva. Sabato, appunto. Giorno in cui la scuola sarebbe dovuta rimanere chiusa. «Dovevamo ultimare dei lavori e abbiamo aperto eccezionalmente, gli abbiamo rovinato i piani», scherza la dirigente. E’ stata l’ultima goccia in un vaso già colmo di miserie e vandalismi. Il giorno dopo Blancato ha chiesto il trasferimento degli uffici amministrativi, l’ultimo presidio istituzionale rimasto al piano terra del plesso scolastico. Tutto il resto – alunni, aule, porte, banchi, cattedre – non esiste già da cinque anni.
Fino al 2008 l’istituto del villaggio Sant’Agata ospitava la scuola materna e la media. Poi la costruzione del nuovo plesso al viale San Teodoro di Librino e la concorrenza degli altri istituti comprensivi del quartiere hanno fatto diminuire l’utenza. Oggi gli studenti della Brancati sono divisi in tre strutture: al viale San Teodoro, a San Giorgio e in viale Biagio Pecorino, mentre la struttura del villaggio Sant’Agata è preda di vandali e ladri. Le porte sono state portate via a martellate, dal soffitto, spaccato in più punti, entra acqua, i bagni sono semi-distrutti. La situazione peggiore riguarda il primo piano, mentre il secondo piano e la palestra si mantengono in buono stato.
«Siamo ancora in tempo per recuperare l’edificio, servono poche migliaia di euro», spiega Santo Molino, preside della vicina scuola Pestalozzi. Ma il Comune, che naviga sempre in cattive acque dal punto di vista finanziario, non vuole intervenire senza prima capire a cosa destinare la struttura. Stamattina l’assessore con la delega a Librino, Saro D’Agata, ha effettuato un sopralluogo nella scuola, accompagnato dal presidente della municipalità Lorenzo Leone, dai presidi Molino e Blancato e da alcuni cittadini del quartiere. «A Librino verrà trasferito un istituto superiore, probabilmente un polivalente – spiega – abbiamo un via libera di massima dall’assessorato regionale all’Istruzione. Questa struttura potrebbe ospitarlo». Ma chi vive il quartiere chiede interventi immediati, un presidio di legalità o un affidamento alle associazioni, in modo da evitare il definitivo vandalismo. E temono che, alla fine, studenti e docenti dicano no al trasferimento.
Negli ultimi anni sono stati già fatti due tentativi. Vani. Prima l’istituto superiore Lucia Mangano, la cui permanenza nella struttura del villaggio Sant’Agata è durata appena sei mesi, perché non si poteva correre il rischio di lasciare vuota la sede centrale, per tenere aperta quella periferica. Quindi si tentò con il liceo artistico. Ma le cose andarono ancora peggio. «La preside trovò un piccione morto all’interno della struttura e denunciò l’inagibilità dei piani superiori», racconta il dirigente Molino. Fu l’ultimo tentativo di usare la struttura per la sua destinazione originaria. «Oggi lanciamo un allarme – conclude il preside – se nessuno interviene, nel giro di sei mesi questa scuola si trasformerà in un altro palazzo di cemento».