Sposati dal 1999, dopo sei anni di fidanzamento, le violenze fisiche sarebbero iniziate sin da subito. A giugno, dopo anni di maltrattamenti, aggressioni e minacce di morte, la donna ha denunciato. Il 49enne adesso si trova in carcere
«Ti ammazzo e ti faccio a pezzi, così ti mangiano i cani» Picchia la moglie puntandole un lungo coltello alla gola
«Ti ammazzo e faccio pezzi così piccoli di te da dare da mangiare ai cani. Ammazzo te e tutta la tua famiglia! Vi faccio saltare in aria nella casa di (…). Sei una prostituta puoi andare a battere sui marciapiedi perché ti butto fuori casa». È questo il tenore delle minacce e delle offese che una donna di 48 anni ha subìto per anni dal marito 49enne. L’uomo adesso è finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Sposati dal 1999 dopo sei anni di fidanzamento, gli episodi di violenza fisica sarebbero cominciati già all’epoca. Negli ultimi mesi, però, la situazione sarebbe peggiorata. Il 49enne si sarebbe rivolto ai figli chiamandoli «bastardi» e avrebbe preso a schiaffi la moglie con più violenza e più frequenza. Ad aprile, l’uomo avrebbe sequestrato alla vittima il cellulare mentre stava mandando un sms. Poi, l’avrebbe fatta sedere per più di due ore su una sedia della cucina e l’avrebbe presa a schiaffi mentre, anche davanti ai bambini spaventati, le avrebbe puntato alla gola un coltello di 30 centimetri minacciandola di morte.
A giugno, mentre erano in macchina, la donna ha esternato l’intenzione di trasferirsi – almeno temporaneamente – dai propri genitori. Come reazione, il marito avrebbe fermato l’auto e l’avrebbe spinta fuori lasciandola sul ciglio della strada. Per ore la donna ha vagato per le campagne e, infine, ha chiesto aiuto a un camionista di
passaggio. Il marito, che evidentemente la spiava da lontano, è intervenuto gridandole: «Brava, te ne saresti andata con il primo
che capita».
Poco dopo, l’uomo avrebbe fatto scendere di nuovo la
moglie dall’auto tentando più volte di investirla. A un certo punto, le si è avvicinato intimandole di mettersi in
ginocchio e l’ha violentemente percossa con calci e pugni. Risalita in
auto, la donna ha dato l’allarme ai familiari. Così, il fratello della donna, in auto con la figlia della stessa, è poi riuscito a intercettare
l’auto del cognato nei pressi del bivio Iannarello (tra Catania e Ramacca). Lì sono intervenuti anche i carabinieri. La donna ha sporto denuncia. Adesso, il giudice per le indagini preliminari del tribunale etneo ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.