Muos, via libera per evitare il default Niscemi, occupazione in attesa di Crocetta

«Il Muos si farà, altrimenti la Sicilia rischierebbe il default». Dopo aver delegato agli scienziati dell’Istituto superiore di sanità il compito di sciogliere ogni dubbio sui rischi legati alla salute derivanti dall’impianto Usa, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta si aggrappa al dato economico per giustificare il via libera alla costruzione delle parabole. A Niscemi, nell’aula del consiglio comunale occupato, campeggia lo striscione «Revochiamo Crocetta». In attesa della ripresa effettiva dei lavori, si studiano nuove strade – per via giudiziaria e sul campo – per continuare l’opposizione. Ma il governatore lancia l’allarme. «Gli americani – afferma Crocetta – sostengono che l’intero complesso Muos a livello mondiale costi 18 miliardi di dollari e che tale installazione non può funzionare senza l’impianto di Niscemi. L’autorizzazione del governo precedente ha quindi prodotto legittimi interessi a favore di terzi che, in caso di diniego ad effettuare l’istallazione, hanno diritto di essere risarciti».

Una cifra enorme, 18 miliardi di euro, a cui però mai gli Stati Uniti hanno fatto riferimento per un eventuale risarcimento. «Crocetta ha avuto un atteggiamento incauto – commenta Sebastiano Papandrea, avvocato dei No Muos – avrebbe potuto affidarsi alla giustizia, se i giudici avessero confermato la sentenza favorevole del Tar, dichiarando legittima la revoca delle autorizzazioni, nessun avrebbe potutto chiedere alcun risarcimento». Invece non ci sarà nessun pronunciamento dei giudici. Stamattina il Consiglio di giustizia amministrativa, la cui sentenza era attesa ieri, ha dichiarato cessata la materia del contendere.

Continua intanto a Niscemi l’occupazione del Comune. Stanotte una decina di metri della recinzione della base Usa è stata tagliata. Ieri sera si è tenuta un’assemblea nell’aula del Consiglio, a cui hanno partecipato attivisti e cittadini. «E’ emersa la volontà, quasi unanime – riferisce Fabio D’Alessandro, del comitato – di continuare il presidio fino a quando il presidente Crocetta non verrà qui a spiegarci come intende bloccare il Muos, visto che continua a dichiararsi contrario alla sua realizzazione». Il governatore ieri ha ribadito di «non aver mai condiviso, neppure sul piano di principio, l’installazione del Muos, avendo ritenuto sempre che tale installazione si inserisce in un territorio fortemente degradato per presenza altri impianti, sul piano ambientale».

Quindi è tornato a parlare di quella che ritiene l’ultima strada per bloccare il progetto: la via legislativa. «Il governo regionale auspica interventi legislativi regionali – abbiamo già presentato da circa un mese un ddl – e nazionali, che possano fornire strumenti adeguati per impedire un’installazione la cui realizzazione non rientra nei programmi del governo Crocetta. I parlamentari si interessassero a proporre e fare approvare sul piano regionale e nazionale, leggi adeguate che possano realmente impedire installazioni come il Muos, in prossimità dei centri abitati». Posizione subito rilanciata dal deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, uno dei firmatari della mozione anti Muos che l’Ars approvò all’unanimità lo scorso gennaio. Ferrandelli ipotizza un iter rapidissimo del disegno di legge presentato dalla giunta: «Martedì discussione della Commissione Ambiente ed entro i primi di agosto approvazione del ddl da parte dell’Assemblea regionale. La legge – conclude il deputato – può fermare il Muos».

Una strada di cui non si fidano affatto i No Muos e i loro legali, che continuano a studiare possibili soluzioni giudiziarie. «Rimangono due possibilità: – spiega Papandrea – il ricorso tuttora valido del comune di Niscemi contro la regione Sicilia che ha concesso le autorizzazioni, nel quale tra l’altro è depositato l’unico studio indipendente, quello dell’Università La Sapienza; la seconda opzione è rappresentata dai giudizi civili mirati sulla salute». Gli avvocati stanno raccogliendo ampia documentazione sui singoli casi di cittadini colpiti da malattie potenzialmente legate all’elettromagnetismo, o danneggiati da problematiche connesse dalla quaotidianità vicino alla base Usa.

A Niscemi adesso si guarda con preoccupazione alla ripresa dei lavori nel cantiere. Oggi la situazione sembra ancora di stallo. Ma dall’inizio della prossima settimana lo scenario potrebbe cambiare. «Sarebbe illegittimo, perché l’autorizzazione paesistica è scaduta il 18 giugno», sottolineano i legali. Un’opposizione, tuttavia, piuttosto debole. Si tratta di un documento rilasciato dalla Soprintendenza di Caltanissetta nel 2007, quando ancora il cantiere Muos ricadeva nella zona B della Sughereta. Dal 2009 però quell’area della riserva è diventata zona A. Un motivo per cui il rinnovo dell’autorizzazione potrebbe non essere scontato. Ma appunto di rinnovo si tratta e non di un nuovo iter autorizzativo. «In questo caso il giudizio si baserebbe sullo stato dei lavori – spiega l’avvocato Papandrea – valutare in quanta parte l’effetto sul paesaggio sia già realizzato». E il cantiere è già in fase molto avanzata. Da qui il pessimismo degli stessi legali dei No Muos.

Stasera a Niscemi si terrà l’assemblea del coordinamento regionale dei Comitati. E’ possibile che gli attivisti organizzeranno due manifestazioni nelle prossime settimane: la prima a Palermo, la seconda a Niscemi. «Siamo in fase organizzativa e creativa, la nostra protesta non si ferma».


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Il governatore della Sicilia giustifica la marcia indietro ipotizzando un mega risarcimento da 18 miliardi di euro da parte degli Usa, nel caso in cui l'impianto non si realizzasse. Una cifra a cui mai prima gli Stati Uniti avevano fatto riferimento. Stamattina, intanto il Consiglio di giustizia amministrativa ha dichiarato cessata la materia del contendere tra Ministero e Regione. Al movimento che si oppone alle parabole restano due possibilità per via giudiziaria e l'opposizione sul campo

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