Gli attivisti uniranno le proposte nel tavolo che si svolgerà nel centro sociale dei Briganti di Librino per una grande area protetta che unirebbe la periferia al centro. «Vogliamo fornire un progetto concreto all'amministrazione», afferma Rannisi di Lipu
L’idea di 20 associazioni per un parco a Monte Po «Un desiderio che faremo in modo di realizzare»
«Qualcuno dice che l’idea di realizzare un grande parco nella periferia sud della città sia un sogno difficilmente realizzabile. Noi siamo sognatori e faremo in modo che questo avvenga». Nessuna iniziativa è impossibile se si affronta con l’entusiasmo delle idee. Sara Fagone di Rete Piattaforma per Librino e gli attivisti di altre 19 associazioni etnee ne sono consapevoli. Per questo motivo hanno unito gli intenti per un progetto che vorrebbe dare alla luce un grande parco naturalistico che dalla collina di Monte Po colleghi Librino e San Giorgio, fino ad arrivare al cuore della città.
L’idea di istituire un’area protetta che rivitalizzi la zona sud di Catania era già prevista all’interno del piano regolatore generale del 1964. Col passare del tempo, però, questa macchia mediterranea, che conserva anche dei reperti di valore storico, ha visto sempre di più l’ombra del cemento, che ha inglobato del tutto i quartieri periferici della città. Adesso, per dare vita a un progetto concreto da presentare all’amministrazione, le associazioni hanno deciso di darsi appuntamento domani a Librino, nella sede dei Briganti, centro sociale che nelle ultime settimane ha subito tanti atti vandalici. Il piano, pensato anche insieme ad alcuni docenti dell’Università di Catania, ha l’obiettivo di valorizzare l’area a verde, facendo anche in modo che vengano apposti dei vincoli per preservarla.
Giuseppe Rannisi di Lipu (Lega italiana protezione uccelli) Catania è uno dei promotori dell’incontro che, oltre alle associazioni, è aperto anche ai cittadini dei quartieri che ricadrebbero a ridosso del polmone verde. «Negli anni Sessanta avevano previsto il parco, ma è rimasto sulla carta – spiega a MeridioNews – Questa vasta collina segnata dal fiume Acquicella non sarebbe importante soltanto per la preservazione di alcune specie, ma andrebbe a unire zone molto importanti che vanno da Monte Po fino al centro, facendo avvicinare la periferia, adesso emarginata, al resto della citta: diventerebbe un’area strategica che andrebbe a cucire tutta la parte sud. A quel punto si potrebbero creare dei percorsi pedonali alternativi, senza dover utilizzare l’auto».
Oltre ai possibili vantaggi alla viabilità, c’è poi l’aspetto storico e naturalistico. «Una parte del fiume dell’Acquicella che cinge il cimitero in questo momento è coperta: una valorizzazione del sito potrebbe farla riemergere – prosegue Rannisi – Senza dimenticare i beni di interesse storico come la base di una chiesa bizantina e i bunker della seconda guerra mondiale. Tutto immerso in una collina tra la vegetazione pioniera, con boschetti di quercia e le piante acquatiche, specie animali come gli aironi e il pollo sultano».
L’area da tutelare si estende per circa 200 ettari, una macchia verde troppo vasta, che per essere interamente tutelata dovrebbe vedere l’apporto di tante realtà. «Non è solo una scommessa di valore ambientale, ma anche culturale e sociale, dato che rilancerebbe delle zone spesso dimenticate – prosegue Rannisi – Lavoreremo con tutte le associazioni e coinvolgeremo le istituzioni preposte in modo da fare attivare le procedure per alcuni vincoli a difesa del territorio: l’obiettivo è fornire all’amministrazione Comunale qualcosa di concreto che potrebbe beneficiare anche di alcuni fondi sia statali che europei».
Tra le associazioni che parteciperanno al tavolo di proposte ci sarà Cittainsieme. Per il segretario Mirko Viola quella di lanciare la proposta per l’istituzione del parco Monte Po è un’occasione di riscatto anche per quei residenti di questa parte della città, troppo spesso ai margini. «In una città socialmente molto divisa questa idea arriva come un’ondata di entusiasmo perché prima di tutto parte dal basso, dai cittadini – osserva Viola – Adesso siamo nella fase dello studio, poi si passerà alla fase progettuale. In questo senso l’incontro è necessario, in modo da avere un piano da poter sottoporre al Comune il prima possibile.
Le venti associazioni etnee che parteciperanno all’incontro e formuleranno le loro proposte sono: Lipu Catania, Wwf Sicilia Nord Orientale, Italia Nostra-Catania, CAI-Catania, Associazione Idrotecnica Italiana ETS – Sez. Sicilia Orientale, Club Alpino Italiano- Sezione di Catania, SiciliAntica- Sede di Catania, Cittainsieme, Rete Piattaforma per Librino , Sunia-Catania , Comitato Antico Corso, Osservatorio Politiche Urbane e Territoriali, Ente Fauna Siciliana, Mascalucia 2030, Presidio del Patto Partecipativo del Fiume Simeto , Associazione Stelle e Ambiente, Comitato Rodotà – Generazioni Future – Catania, Associazione Periferie Vive, Catania Mobility Lab, Iniziativa Femminista, La Ragna-Tela, Plasticfree – Catania.