MeridioNews ha visionato un documento del gennaio scorso in cui il sindaco Vincenzo Campo autorizza l'uso di prodotti detonanti su cala Gadir. «C'era l'ok del direttore dei lavori», replica. A parlare è anche Danilo Coppe, l'uomo che ha maneggiato gli esplosivi
Pantelleria, certo l’utilizzo della dinamite sulle vasche termali Giunta con volo militare e usata da esperto del ponte Morandi
Per demolire i massi che sovrastano le vasche naturali d’acqua calda della cala Gadir sono stati usati anche decine di chili di dinamite. L’ipotesi, scartata dal sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo nelle ore successive alle polemiche nate dal video girato in notturna in cui si vede una fiammata e poi un forte boato, trova conferma in un documento firmato dallo stesso primo cittadino cinquestelle a gennaio. Si tratta di un’autorizzazione, che MeridioNews ha avuto la possibilità di visionare, relativa all’utilizzo degli esplosivi. Nello specifico nell’isola sono arrivati oltre ai 50 chili di esplosivi di seconda categoria, che raggruppa appunto i prodotti affini alla dinamite, 200 detonatori di terza categoria, 400 metri di miccia detonante e 25 chili di esplosivi di quarta categoria. Questi ultimi farebbero riferimento alle cartucce di nonex, il materiale non detonante che, stando al progetto, si sarebbe dovuto usare in via esclusiva. A dichiararlo sono state infatti la Gheller, la Sofia Costruzioni e la Fox Costruzioni, ovvero le tre imprese che si sono aggiudicate la gara d’appalto, dopo un contorto iter che è più volte approdato nelle aule dei tribunali amministrativi.
A pensarla in maniera del tutto diversa è stato però Danilo Coppe, il tecnico incaricato dalla società parmense Siag, a cui le tre aggiudicatarie si sono rivolte per affidare il delicato compito di frantumare i grossi massi che sovrastano uno dei luoghi più rinomati di Pantelleria, in un’area che è di proprietà demaniale. Coppe, 57 anni, è un esperto esplosivista. Il suo nome negli ultimi anni è finito al centro delle cronache, anche per il contributo dato alla demolizione del ponte Morandi, a Genova. È lui che a metà gennaio chiede il nulla osta per l’uso degli esplosivi. «Abbiamo usato sia il nonex che esplosivi detonanti – spiega Coppe, contattato da MeridioNews – Il motivo è semplice: essendoci rocce di natura diversa si è concordato con il direttore dei lavori di usare anche altri prodotti, perché con il solo nonex non saremmo venuti a capo della situazione». Per Coppe la scena che ci si è ritrovati dopo l’esplosione, una sorta di frana scivolata a valle, era difficilmente evitabile. «C’erano blocchi uno sopra l’altro, alcuni anche di enormi dimensioni – prosegue – In qualunque caso, anche se si fossero spezzati a mano, sarebbero finiti giù per via della pendenza».
Di avviso diverso sono i tanti cittadini che, con la testa alla stagione estiva e alla possibilità di ricevere, Covid permettendo, i turisti sull’isola, si chiedono se non ci fossero altri metodi per intervenire. Specialmente se si considera che nel progetto della messa in sicurezza, in merito a cala Gadir si legge che «tenuto conto dell’elevata volumetria dei singoli elementi, per facilitarne la movimentazione si potrà, ove necessario, procedere alla loro suddivisione in blocchi di minore dimensione utilizzando un agente demolitore non esplosivo, opportunamente inserito in perfori eseguiti manualmente con fioretto». La dinamite e gli altri esplosivi sono stati invece utilizzati anche sul costone che dà sul lago di Venere, un’altra delle attrattive di Pantelleria, lì dove l’anno scorso avevano fatto discutere le modalità non ortodosse con cui gli operai facevano rotolare a valle alcuni grossi massi.
Stando a quanto verificato da MeridioNews, gli esplosivi sono arrivati a Pantelleria da Trapani con un volo dell’aeronautica militare. Prima, però, hanno ottenuto il via libera della questura di Parma, in merito all’acquisto da parte di Siag, e poi dalla prefettura di Trapani, deputata a rilasciare la licenza al trasporto. «Ho firmato l’autorizzazione come autorità responsabile della pubblica sicurezza – dichiara il sindaco – Mi è stato spiegato che l’uso soltanto del nonex avrebbe rischiato di dare risultati peggiori. Il mio atto segue il parere favorevole del direttore dei lavori e anche del direttore del Parco nazionale (nel documento quest’ultimo non viene citato, ndr)». Mentre sulla vicenda continua a indagare la procura di Marsala, che ha delegato alla guardia di finanza il compito di effettuare gli accertamenti, un’altra questione tiene banco: l’appalto per la messa in sicurezza del lago Venere e di cala Gadir è stato aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Cioè, oltre al ribasso, è stata valutata anche l’offerta tecnica che, nel caso di Gheller, Sofia Costruzioni e Fox, prevedeva l’uso del nonex. Al momento non è chiaro se il cambio di programma sia avvenuto nell’ambito di una perizia di variante predisposta nella fase in cui il cantiere era stato già avviato. «Sono aspetti tecnici di cui non mi occupo io», chiosa il primo cittadino. La norma prevede che ad approvare le eventuali deviazioni rispetto al progetto sia la stazione appaltante, chiamata a valutare se esistono le condizioni per una modifica in corso d’opera. «Escludo categoricamente che siano state approvate varianti che autorizzino l’uso di esplosivi detonanti a Pantelleria, faremo chiarezza su ciò che è successo», assicura il commissario per il rischio idrogeologico Maurizio Croce.
A gettare un po’ di acqua sul fuoco, intanto, è stata una relazione firmata da un geologo che lavora per il Parco nazionale Isola di Pantelleria. «Dall’analisi effettuata si è verificato che gli impatti indotti dall’intervento sono trascurabili e reversibili – si legge nel documento – e che le operazioni di ripristino dei luoghi potrebbero essere riprese nel più breve tempo possibile per il raggiungimento prioritario delle condizioni di piena fruibilità in sicurezza del bene paesaggistico naturale di tipo termale senza avere delle ripercussioni sulla promozione turistica dell’isola». Da qualche mese a lavorare per il Parco è anche Gaspare Inglese, il direttore dei lavori che ha dato parere favorevole all’uso della dinamite.