Incendi, i sospetti di sempre dopo l’arresto del forestale Dalla bufala del lavoro in più ai possibili favori ai pastori

«Su un comparto di migliaia di persone è quasi fisiologico che ci sia qualche delinquente. Non per questo si può generalizzare». La notizia di un 61enne arrestato a Longi, in provincia di Messina, per avere dato fuoco a un’area demaniale ricadente nel Parco dei Nebrodi e risultato essere un forestale ha riportato all’attenzione un quesito che finora non ha avuto una risposta definitiva: esiste una correlazione tra gli operai stagionali al servizio della Regione e i roghi che ogni anno, specialmente nelle stagioni calde, colpiscono la Sicilia? L’ex governatore Rosario Crocetta non mancava di condividere i suoi sospetti persino in diretta televisiva nazionale, solleticando la mai sopita antipatia popolare verso un settore in passato usato per alimentare sacche di clientelismo e, in tempi più recenti, assurto a simbolo degli sprechi pubblici. Ma anche suscitando le proteste di chi riteneva ingiusto strumentalizzare singoli episodi.

Il forestale arrestato, «alla domanda sul perché l’avesse fatto, si è limitato a un no comment», spiega a MeridioNews il comandante della Compagnia dei carabinieri di Sant’Agata di Militello Marco Prosperi. I militari hanno fermato il 61enne poco dopo avere innescato le fiamme. «E questo ha consentito ai vigili del fuoco di spegnere il rogo in poco tempo – continua il maggiore – Erano giorni in cui soffiava un forte vento di scirocco, condizioni ideali per i malintenzionati». L’arrestato è uno dei tanti inseriti nelle liste da cui ogni anno l’assessorato regionale all’Agricoltura attinge per avviare la campagna di pulizia dei boschi e, ironicamente, di prevenzione antincendio. «Ufficialmente l’uomo non svolge altri mestieri, ma ci risulta che collabori con alcuni allevatori del posto quindi – conclude il maggiore – non è da escludere che l’incendio potesse essere indirizzato a ripulire un’area che successivamente sarebbe stata preparata per la crescita di piante da foraggio».

«Quando si sentono queste notizie non fanno mai piacere, ma bisogna contestualizzarle – replica a MeridioNews il segretario regionale della Flai Cgil Tonino Russo – A nessuno verrebbe di dire, dopo i fatti della caserma di Modena, che tutti i carabinieri sono corrotti. Lo stesso dovrebbe accadere per un settore come quello dei forestali, dove la stragrande maggioranza è composta da persone perbene che lavorano con serietà in un contesto che da anni attende una riforma». Dopo gli anni in cui gli stagionali erano oltre 30mila, il numero da qualche anno si è quasi dimezzato, complici anche i pensionamenti. «Attualmente ci aggiriamo sulle 18mila unità – continua Russo -. Numeri importanti, ma divisi tra chi ha assicurate 78 giornate di lavoro, chi 101 e chi 151».

E questo sistema di lavoro è proprio uno dei motivi per cui, secondo il sindacalista, parlare di roghi innescati dagli stagionali è una bufala. «Non è che se ci sono più incendi lavorano di più, le giornate garantite sono sempre quelle. E al contrario – spiega – anche se non ci fossero incendi, opererebbero comunque per lo stesso tempo facendo interventi di manutenzione». A questo va aggiunto un altro elemento. «La legge dice che nelle aree percorse dal fuoco non si possono fare attività di forestazione per cinque anni. Quindi – sottolinea Russo – un forestale si farebbe un danno a ridurre le aree in cui poter operare». A meno che, appunto, i motivi non riguardino altre attività lavorative parallele, come la pastorizia.

Di riforma del settore, in ogni caso, si parla da tempo. Ma niente di concreto viene fatto. «L’ex assessore Edy Bandiera – spiega il sindacalista – diceva che si era a buon punto e adesso anche il suo successore Toni Scilla sostiene che il testo sia praticamente pronto. Finora però ogni scadenza è stata disattesa». Su cosa dovrebbe contenere la riforma, i sindacati confederati non hanno dubbi: «Sbloccare le assunzioni, perché le ultime risalgono a metà anni Novanta e questo fa sì che ogni anno a rischiare la vita andando a spegnere gli incendi siano praticamente tutti over 50», rimarca Tonino Russo. Un’altra richiesta riguarda poi l’abolizione delle fasce da 78 e 101 giornate: «Chiediamo che gli operai vengano trasformati in 151isti, mentre quelli che si trovano attualmente in questa categoria vengano assunti a tempo indeterminato».

Desiderata che, a detta del segretario Flai, non rientrano soltanto tra le normali pretese di un sindacato ma che risponderebbero anche alle esigenze della Regione. «Cifre alla mano, gli investimenti nel settore della tutela del territorio sono diminuiti nel corso degli anni e basta guardarsi attorno per accorgersi come siano tante le aree abbandonate. Per questo – conclude Russo – i forestali potrebbero essere impiegati, oltre che nel demanio, anche al servizio dei Parchi, delle riserve e degli stessi enti locali».


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