Con un organico ridotto all'osso, il tecnico spera ancora di vedere nel match casalingo a porte chiuse contro gli etnei, gara che torna nel capoluogo siciliano dopo otto anni, lo stesso atteggiamento mostrato dalla squadra mercoledì a Catanzaro. Mancano anche agli squalificati Crivello e Broh, ma la Lega dice di No al rinvio
Palermo sei nuovi positivi, ma il derby si gioca Boscaglia affronta il Catania con i giocatori contati
Peccato. Inevitabile, prendendo atto del dato di realtà, esprimere rammarico e dispiacere inquadrando la gara di stasera tra Palermo e Catania, un derby che allo stadio Renzo Barbera (fischio di inizio ore 21, diretta tv su Eleven Sports e anche su Raisport) avrà un volume certamente più basso rispetto a quelle che erano le previsioni iniziali. Ricordando il fermento che caratterizzava accesissimi derby di serie C, non è una questione di categoria. E l’assenza del pubblico, a causa dell’emergenza Covid, non è l’unico fattore che influirà negativamente sull’appeal e sul fascino di questa sfida che nel capoluogo siciliano torna dopo quasi otto anni. I rosanero, infatti, si presentano tra le mura amiche con una squadra decimata dal virus.
«Il Palermo comunica che, dal ciclo di tamponi effettuati nella giornata di domenica 8 novembre, sono emersi, tra i 18 calciatori convocati, 6 giocatori nuovamente positivi al Coronavirus, seppur con blande tracce virali e totalmente asintomatici. La società rimane in attesa degli esiti dei tamponi ‘giorno gara’ effettuati la mattina di oggi, 9 novembre, come da protocollo federale». Boscaglia, costretto a rinunciare anche agli squalificati Broh e Crivello, si ritrova praticamente senza giocatori di movimento in panchina. E’ la difesa, in particolare, il reparto più colpito.
Con gli spalti desolatamente vuoti, in ogni caso, il piatto forte della nona giornata del girone C di serie C diventa una pietanza magari appetibile, in un certo senso, ma obiettivamente senza condimento, senza quel ‘sale’ percepibile ad esempio attraverso i messaggi scritti su alcuni striscioni esposti al Barbera (uno, Con il sangue agli occhi, esibito vicino l’ingresso del bar e dello Store ufficiale, gli altri due all’esterno dello stadio: Il derby è tifo e passione, non uno spettacolo da televisione e quello firmato Curva Nord Inferiore Non è una partita, è una battaglia / Onorate la nostra maglia) e che ieri mattina hanno messo i circa cinquanta ultras della Curva Nord Superiore che, al termine della rifinitura della squadra, allo stadio con bandiere e qualche fumogeno hanno incitato i giocatori (presenti sul balconcino che dà sul piazzale antistante l’impianto di viale del Fante) coinvolgendoli a distanza con diversi cori.
Per campanile e storica rivalità il derby non può essere una partita come le altre e, proprio per questa ragione, la presenza di un contesto anomalo non significa che il match sarà meno sentito. Che ci sia nell’aria qualcosa di diverso lo sanno sia il Catania sia il Palermo che, oltretutto, nel bagaglio motivazionale che porterà con sé in campo nonostante le tante defezioni troverà lo spazio per ulteriori stimoli, quelli alimentati dalla voglia/necessità dopo il pareggio in extremis ottenuto mercoledì a Catanzaro di conquistare la prima vittoria in campionato e creare subito le premesse necessarie per emergere dalle paludi della bassa classifica. «Sappiamo che quella attuale non deve essere la nostra classifica – aveva sottolineato ieri il tecnico Boscaglia certificando il ritorno alla parola dei tesserati rosanero rimasti con le bocche cucite al termine della gara pareggiata nel finale e in nove uomini in Calabria – possiamo dire che adesso inizia il nostro campionato. Dobbiamo fare in modo che quello di mercoledì non resti un episodio isolato nel senso che vogliamo dare continuità alle cose positive fatte a Catanzaro in termini di agonismo, sotto l’aspetto tecnico-tattico e soprattutto dell’atteggiamento. Derby a porte chiuse? L’assenza del pubblico disturba tantissimo, scenderemo in campo sapendo comunque che i tifosi saranno al nostro fianco».
Cornice a parte, in ogni caso, vanno tenuti in considerazione anche i contenuti del quadro. Motivo per cui, se vorranno imporsi, i rosanero non potranno sottovalutare le qualità di un Catania solido, con buone idee e organizzazione di gioco grazie al lavoro svolto finora dal tecnico Raffaele e intenzionato, inoltre, ad invertire il trend negativo dopo le due sconfitte (con sette gol al passivo in totale) rimediate contro Ternana e Bari nelle ultime due partite disputate. «Il Catania (salito a quota otto in virtù dei due punti restituiti dalla Corte Federale d’Appello dopo i quattro di penalità inflitti dal Tribunale Federale a causa di inadempienze amministrative relative alla scorsa stagione, ndr) è un’ottima squadra, bene allenata e con giocatori anche di categoria superiore. Ci aspetta una partita molto difficile ma che, se interpretata nel modo giusto, può essere alla nostra portata. Il derby è una partita che fa storia a sé – ha aggiunto – e, sapendo anche che vale il predominio regionale, dovremo dare ancora di più rispetto a quello che abbiamo dato a Catanzaro. E’ una sfida da affrontare con foga agonistica ma anche con equilibrio e nella quale le motivazioni e la voglia di imporsi sportivamente sull’avversario faranno la differenza».