Grazie al loro fiuto investigativo i militari del nucleo economico finanziario della Gdf sono riusciti a scoprire il tesoro del 37enne Nunzio Comis. A casa aveva 13mila euro in contanti. Nel mirino dell'uomo un imprenditore del settore ristorazione
Prestiti usurai, nei guai il figlio del boss al 41bis L’uomo percepiva pure il reddito di cittadinanza
A casa custodiva un tesoro fatto di 13mila euro in contanti, due assegni bancari da duemila euro oltre a una serie di pizzini, telefoni cellulari e carte prepagate. Dietro tutto questo, secondo i militari del nucleo economico finanziario della Guardia di finanza, ci sarebbe stato un giro di usura. Protagonista il 37enne Nunzio Comis, originario di Catania ma residente a Misterbianco.
Le indagini sono iniziate dopo un controllo su strada, durante il quale l’uomo è stato trovato in compagnia di N.D., imprenditore etneo attivo nel settore della ristorazione e gestore di un centro scommesse. Comis è stato trovato con 1550 euro in contati, in merito ai quali non è riuscito a fornire una spiegazione circa la loro provenienza. Questi soldi in realtà sarebbero stati la restituzione di un prestito a usura nei confronti dell’imprenditore. Lo stesso che aveva l’obbligo di restituire il denaro con l’applicazione di un tasso d’interesse del 100 per cento annuo.
Comis è risultato anche percettore del reddito di cittadinanza e avrebbe minacciato la sua vittima di pesanti ritorsioni in caso di inadempienza. L’uomo finito nei guai è figlio di Giovanni Comis, elemento di spicco della famiglia Santapaola-Ercolano nel quartiere Picanello attualmente detenuto al 41bis. Per il 37enne si sono aperte le porte del carcere con l’accusa di usura aggravata dal metodo mafioso.