Ferragosto e Covid, sindaci provano a correre ai ripari Chi mette transenne in spiaggia e chi invoca l’esercito

Quest’anno che si farà a Ferragosto? A porsi la domanda non sono solo chi è in cerca di divertimento ma anche i sindaci di mezza Sicilia. E nello specifico di quei Comuni che hanno sbocco sul mare, soprattutto se tramite le spiagge. A preoccupare, infatti, è il pericolo assembramenti – e di conseguenza il rischio di contagi di Covid-19 – scaturito dal desiderio di non venire meno alla tradizione di trascorrere la notte in riva al mare. L’aumento del numero dei casi positivi e la consapevolezza di come ci siano situazioni in cui il distanziamento sociale semplicemente non esiste ha portato qualche amministrazione comunale a valutare misure straordinarie

A Modica, il sindaco Ignazio Abbate ha annunciato la chiusura delle spiagge di Marina e Maganuco dal 10 al 14 agosto. «Per evitare pericolosi assembramenti di migliaia di ragazzi, anche alla luce delle ultime notizie – ha scritto il primo cittadino su Facebook – Dalle 22 e fino alle 6 sarà impossibile per chiunque accedere ai litorali che saranno sorvegliati dalla polizia locale e dalla vigilanza privata. Gli ingressi saranno chiusi da transenne». Abbate ha definito la decisione «sofferta ma necesaria». La paura, infatti, è che l’aumento dei contagi possa non arrestarsi. Una misura simile è già in vigore da tempo a Scicli, dove il sindaco Enzo Giannone già mesi ha firmato un’ordinanza che interdice l’ingresso nelle spiagge durante la notte, ore in cui il rischio di assembramenti aumenta. Tra falò, canzoni e potenziali pericolose droplet. «Esiste già un’ordinanza che vieta l’accesso in spiaggia dalle ore 21 alle ore 6 di tutti i giorni – commenta il primo cittadino -. A maggior ragione va rispettata in serate delicate come quella del 14 agosto».

A fronte dei provvedimenti firmati e pubblicati negli albi pretori, il problema più grande resta quello di farli rispettare. Nella consapevolezza che in molti casi si parla di presidiare chilometri di spiaggia in orari notturni. Se a Ragusa, il sindaco Peppe Cassì chiederà ai volontari della Protezione civile di dare una mano nei controlli, nella consapevolezza che i vigili urbani da soli non bastano, a Giardini Naxos, in provincia di Messina, il collega Nello Lo Turco ha deciso di scrivere al prefetto e al questore. «Ho chiesto esplicitamente l’invio dell’esercito ma sicuramente non verrà mandato nessuno – commenta Lo Turco -. Dalle nostra parti, ogni anno, arrivano migliaia di persone da ogni della Sicilia. Come dovrei fare rispettare l’ordinanza che impedisce l’accensione dei falò e le misure anticontagio con appena dieci vigili urbani?»

Le preoccupazioni riguardano tanto i piccoli centri quanto le grande città. A Catania – dove nei giorni scorsi ha suscitato polemiche il caso della festa all’Afrobar a cui ha partecipato oltre mille persone, una delle quali risultata poi positiva al Covid – il pensiero va alle tre spiagge libere lungo il litorale della Playa. «La loro gestione è affidata a un privato – dichiara l’assessore al Mare Michele Cristaldi – Sarà il gestore a organizzare i flussi e a controllare che nessuno acceda durante le ore notturne. Fermo restando che di notte l’accesso al litorale è vietato». In vista di Ferragosto non è ancora chiaro se la giunta, attualmente guidata dal vicesindaco Roberto Bonaccorsi dopo la condanna per danno erariale di Salvo Pogliese, prenderà provvedimenti specifici. «La gestione del Covid è una questione in continua evoluzione. Manca ancora qualche giorno, se riscontreremo la necessità di prendere ulteriori precauzioni, le prenderemo», conclude Cristaldi.

Il rischio di assembramenti in spiaggia non preoccupa particolarmente il sindaco di Milazzo Giovanni Formica, la cui attenzione al momento è rivolta più sui locali. «Abbiamo chilometri di spiagge che consentono la fruizione senza ammassarsi – dichiara il primo cittadino -. Diverso è il discorso per i locali, dove ogni sera si affollano tante persone. Al momento restiamo un Comune Covid-free ma la situazione è costantemente monitorata, perché nel caso in cui dovessero comparire casi positivi siamo pronti a prendere misure restrittive»


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