Anas, Costanzo e Bosco vincono gara da 20 milioni E per il cda di Amec scelto ex assessore di Cuffaro

Nello stesso giorno in cui al Genio civile di Catania si revocava una gara da poco meno di un milione di euro, motivando la decisione con i pericoli legati al Covid-19, da Roma arrivavano notizie importanti per Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice. Il 27 maggio i due imprenditori, finiti ai domiciliari a febbraio con l’accusa di bancarotta fraudelenta legata al crac Tecnis, hanno ricevuto la notizia della proposta di aggiudicazione della gara da 20 milioni di euro indetta da Anas, nell’ambito degli accordi quadro per le manutenzioni delle strade gestite dall’area compartimentale di Catania. La stessa finita nell’occhio del ciclone con l’ondata di arresti per corruzione nell’inchiesta Buche d’oro

A meno di clamorose sorprese nella fase delle verifiche di rito, il contratto quadriennale con Anas sarà firmato da Amec. La società con cui Costanzo e Bosco – il primo dei due per lungo tempo volto dell’antimafia – hanno tentato di rifarsi una seconda vita. Dopo gli scandali legati all’inchiesta del 2015 Dama Nera, riguardante la corruzione nella sede centrale di Anas, e il momentaneo sequestro delle principali società del loro impero economico perché ritenute «asservite a Cosa nostra». Per i magistrati, Amec sarebbe «il risultato finale» della bancarotta provocata dai due imprenditori. Uno status che non ha comportato contestazioni da parte dei magistrati etnei e di fatto non ha condizionato la vivacità della società sul mercato, riuscendo a garantirsi importanti commesse: dagli interventi al grande raccordo anulare di Roma al collettore fognario di Palermo, passando per la manutenzione del valore di 50 milioni di euro di un viadotto in Molise.

L’ultimo traguardo in ordine di tempo potrebbero essere i lavori nella parte orientale dell’isola. Nella gara, aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, Amec ha avuto la meglio sull’unico altro partecipante: il Consorzio stabile Sqm Scarl, società anch’essa catanese e di proprietà della famiglia Colombrita. L’Amec ha avuto la meglio sia sul piano economico, proponendo un ribasso del 27,52 per cento, sia su quello dell’offerta tecnica. Se l’aggiudicazione venisse ratificata si tratterebbe del primo importante appalto aggiudicato dal nuovo consiglio d’amministrazione nominato una decina di giorni prima dell’ultima seduta di gara.

A guidare la società – nel cui organigramma Costanzo e Bosco non sono mai comparsi direttamente – sono tre figure, che di fatto prendono il posto di Antonino Raciti, ritenuto dagli inquirenti «amministratore di comodo» di molte delle imprese controllate dai due imprenditori. Come presidente del cda è stato nominato il 63enne manager di banca Mario Torrisi. Attuale presidente della Nuoto Catania, Torrisi vanta un passato da assessore nella seconda giunta Cuffaro, quella finita anzitempo con le dimissioni e il successivo arresto dell’allora governatore. Più di recente il nome di Torrisi è finito anche nelle carte dell’inchiesta sul paladino dell’antimafia per eccellenza, Antonello Montante. L’ex assessore, che non è stato toccato dall’indagine, avrebbe fatto parte della sfilza di personaggi legati alla politica che si sarebbero rivolti a Montante per ottenere una «raccomandazione».

Ad affiancare Torrisi sono poi il 63enne Gaetano Fede, che siede anche nel consiglio nazionale dell’ordine degli ingegneri, e il 57enne Roberto Arcidiacono. Di origine catanese ma residente in Campania, Arcidiacono ha una lunga esperienza all’interno delle società di Costanzo e Bosco, tra le quali quella da amministratore unico di Cogip Holding, una delle società che avrebbero avuto un ruolo nel sistema che avrebbe causato la bancarotta. Tra le intercettazioni in mano agli inquirenti nell’ambito dell’ultima inchiesta, Concetto Bosco Lo Giudice parlando con un’altra persona fa riferimento a un tale Arcidiacono, non meglio identificato, definendolo «un nostro uomo». Poco prima lo stesso imprenditore aveva confidato: «Noi non possiamo più rischiare, saremo non precisi ma millimetrici». Parole che per gli inquirenti avrebbero fatto riferimento alla gestione di Amec. La società a cui spetterà prossimamente prendersi cura delle statali di quasi mezza Sicilia. 


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