Covid-19, il destino dei 61 sindaci a fine mandato All’Ars c’è chi vuole la proroga e chi i commissari

Quale futuro dare ai Comuni siciliani in attesa che si possa tornare a votare? Tra le questioni sorte con l’emergenza coronavirus c’è anche il rinvio delle elezioni amministrative che, fino a pochi mesi fa, erano previste per maggio. L’esplosione del numero dei contagi al Nord e la decisione di dichiarare la Lombardia zona rossa hanno portato, il 12 marzo, la giunta Musumeci a posticipare l’apertura dei seggi al mese di giugno. Una previsione ottimistica che poi, con il passare dei giorni e l’avanzata del virus anche in Sicilia, si è scontrata con la realtà. È per questo che il governo regionale, che disciplina la materia elettorale nell’isola per quanto concerne il rinnovo delle amministrazioni negli enti locali, si è trovato costretto a rimandare tutto all’autunno.

La decisione è al centro di un disegno di legge che la prossima settimana dovrebbe arrivare in prima commissione all’Ars. Prevede che si vada al voto tra l’11 ottobre e il 5 dicembre. Uno scenario che ricorda quanto avvenne nel 2001. Negli ultimi giorni, però, tra i deputati regionali si sono fatte avanti due differenti visioni su come interpretare il periodo di traghettamento tra la fine naturale delle sindacature – sono 61 i Comuni i cui sindaci e consigli sono giunti alla conclusione del proprio mandato – e il momento in cui i cittadini potranno scegliere i propri rappresentanti locali. La soluzione proposta dalla giunta Musumeci è semplice: «Il mandato dei sindaci e dei consiglieri comunali è prorogato fino al completamento delle operazioni elettorali rinviate», si legge nel ddl.

C’è però chi non la pensa così e vorrebbe venissero nominati dei commissari. Come nel caso dell’Udc. «Il rinvio delle elezioni amministrative non giustifica la proroga del mandato per ulteriori sei mesi a sindaci e consigli comunali in scadenza. Le cariche elettive durano cinque anni e non sono ammesse proroghe – dichiara la deputata Eleonora Lo Curto -. Sono pretestuose le ragioni di chi pensa che l’emergenza Covid-19 giustifichi tale proroga, il commissario dovrà e potrà svolgere le stesse funzioni legate all’ordinaria amministrazione che in teoria resterebbero previste per le attuali amministrazioni. Nessuno pensi di approfittare di questa inedita condizione per privare i cittadini del legittimo esercizio dei diritti democratici». 

L’appello di Lo Curto ricalca le parole pronunciate nei giorni scorsi da Vincenzo Figuccia, secondo il quale la proroga aprirebbe le porte «a logiche feudali e di lottizzazione». Di avviso diverso, invece, il Movimento 5 stelle. Per i pentastellati, che nella prossima tornata delle Comunali saranno impegnati come partito uscente ad Augusta e Pietraperzia, la scelta della proroga è l’unica via percorribile. «No a commissari nei Comuni dopo la scadenza dei loro mandati. In questo momento di emergenza dare continuità amministrativa è fondamentale – si legge in una nota -. Faremo di tutto, nel corso dell’approvazione della Finanziaria, per non fare passare norme dal sapore squisitamente opportunistico, che, cavalcando l’emergenza del Covid-19, tendono a privilegiare commissari nominati a sindaci democraticamente eletti».

Sullo sfondo della querelle resta la consapevolezza di quanto siano importanti i prossimi sei mesi, sia sul fronte del contenimento dell’emergenza che su quello strettamente politico. Se da una parte, infatti, c’è chi fa notare come il posizionamento sul tema più che riguardare i gruppi parlamentari all’Ars dipenda dalle riflessioni dei singoli deputati nei territori di riferimento, dall’altra è innegabile che la proroga dei mandati riguarderà un periodo in cui le attività delle giunte locali saranno ricche di attività che difficilmente potranno essere ritenute di ordinaria amministrazione. «E se qualcuno sfruttasse i fondi governativi per lanciare indirettamente la propria campagna elettorale?», è la domanda che qualcuno si pone. Allo stesso tempo c’è chi fa notare l’esigenza di evitare che «un passaggio di consegne tra amministratori uscenti e commissari possa allungare le tempistiche con cui devono essere gestite le pratiche». 


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