Covid, parla il primario di Malattie infettive che è guarito «Il mio ritorno in ospedale ha dato coraggio e speranza»

In prima linea nell’affrontare l’emergenza sanitaria del Covid-19 dalla quale anche loro, però, non sono immuni. Tra i medici che sono risultati positivi al nuovo coronavirus c’è anche il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Gravina di Caltagirone, Salvatore Bonfante. Guarito, è già rientrato a lavoro. «Tornare in corsia era la cosa più importante non solo e non tanto per me – racconta il dottore a MeridioNews – ma soprattutto perché sapevo che la mia presenza, il mio ritorno da guarito sarebbe stato un incoraggiamento e una speranza per tutti gli altri. “Allora ce la possiamo fare davvero” mi hanno detto alcuni malati». 

La notizia che il suo tampone – fatto due giorni prima – era risultato positivo al nuovo coronavirus, Bonfante l’ha avuta lo scorso 21 marzo. «Non avvertivo nessun sintomo – dice – ma ero stato a contatto con delle colleghe che erano già risultate positive». Ricostruire la filiera del contagio, in questo caso, non è stato difficile. «Nella settimana dell’8 marzo – spiega il primario – una delle mie colleghe aveva visitato un paziente di un paese limitrofo che non era a rischio epidemiologico». La pandemia in Sicilia non era ancora arrivata e il paziente non proveniva da zone rosse o gialle e non era rientrato dalla Cina. «Nessuno poteva immaginare che potesse essere affetto dal Covid-19», commenta. 

Era il periodo in cui ancora le precauzioni con tutti i dispositivi di protezione individuale adeguati venivano prese solo per chi arrivava con sintomi da presunto coronavirus. «La prima collega contagiata era sintomatica. Dopo di lei – aggiunge – altri cinque medici sono stati contagiati». Un medico che diventa, improvvisamente, paziente. «Quando ho saputo di essere affetto dal Covid-19 – racconta Bonfante – era il momento in cui da noi arrivavano i casi più gravi. Un’ambulanza dietro l’altra con malati provenienti da molte parte dell’isola». Quello di Caltagirone, infatti, è stato il primo centro Covid attrezzato in Sicilia

«Avevo visto pazienti con sintomi gravi stare molto male, altri addirittura non ce l’hanno fatta. È una malattia che può essere impegnativa e non posso negare – prosegue il medico – di avere avuto paura, di avere avuto pensieri di sconforto e scoramento. Poi – aggiunge – ho iniziato a pensare ad alcune persone positive che, senza neanche avere sintomi, erano guarite. Ho trovato coraggio per dare coraggio». Dopo un periodo di convalescenza in quarantena domiciliare, i due tamponi – fatti l’1 e il 2 aprile – hanno dato entrambi esito negativo. 

Meningite, tubercolosi, Aids, H1N1, Sars, Mers. Sono molte le malattie con cui Bonfanti, nei suoi trent’anni di carriera ha dovuto fare i conti. «Finora sempre e solo da medico. Mai nessuno di noi, prima di questa importante pandemia, aveva avuto un contagio – afferma – Il Covid-19, però, è un virus molto subdolo e con un’alta contagiosità. Una malattia che colpisce alla spalle». Un virus di cui ancora si conosce poco anche per l’aspetto che riguarda eventuali ricadute. 

«Al momento – conferma Bonfante – sono ancora pochi i test che possono dire se l’immunità che si sviluppa sia duratura o soltanto temporanea. Per questo – continua – credo che temerne il ritorno sia umano ma, comunque, continuiamo a fare ogni giorno il nostro lavoro in prima linea con tanta forza». In Sicilia, negli ultimi giorni, si sta registrando un rallentamento dei contagi. «Questo ci conferma che le misure adottate stanno funzionando bene – dice Bonfante – C’è da dire che anche il numero dei ricoveri pare abbia una tendenza ad abbassarsi. Rispettiamo le misure con pazienza – conclude il primario – sapendo che, in questo modo, facciamo il bene di tutti». 


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