L’uscita dell’album del polistrumentista catanese Alessandro Moncada è prevista per il 17 aprile. «La natura ha su di me lo stesso effetto che hanno queste canzoni, una sensazione di liberazione», dice l'artista a MeridioNews
Il cantautore etneo A Lemon lancia il disco Green «La natura mi fa stare bene, è come la musica»
Vista l’emergenza coronavirus che ci impone di stare a casa, A Lemon, nome d’arte del cantautore e polistrumentista catanese Alessandro Moncada, potrebbe presentare Green, il suo primo album pubblicato con Urtovox, con una diretta sui social. Per condividere con il pubblico l’emozione dell’uscita, il prossimo 17 aprile, del suo primo lavoro.
Ventisette anni, diplomato al liceo scientifico, Alessandro ha iniziato a suonare alle scuole medie, dove prendeva lezioni di chitarra, e ad ascoltare musica a casa, da piccolo. La mamma metteva i dischi di cantanti italiani come Battisti e Mina e stranieri come Supertramp e Bee Gees. «Negli anni ho un po’ messo da parte la musica per dedicarmi alla fotografia – racconta l’artista a MeridioNews – e solo qualche anno fa ho ripreso, imparando anche a suonare la tastiera, la batteria e il basso. Non si riusciva a formare una band con cui lavorare, e allora, nel 2016, ho deciso di farlo in autonomia».
A Lemon, infatti, nasce come progetto di home recording secondo il principio del do it yourself. Alessandro scrive, compone, arrangia, produce, registra e suona la quasi totalità degli strumenti presenti nei suoi brani. E dopo un lungo periodo trascorso negli Stati Uniti, circondato da gente che bazzicava nel mondo della musica, sceglie l’inglese come lingua d’elezione per comporre i suoi testi.
«Green è nato quasi per caso, componevo canzoni ma non avevo in mente di fare un album. Sono stato spinto dai miei amici e dal mio management L’Eretico, che mi sta guidando in questo processo e che ha messo insieme i pezzi che si abbinavano meglio tra loro».
Primo fra tutti Voodoo, pubblicato a febbraio dall’etichetta Urtovox rec insieme al videoclip realizzato da Marco Jeannin, che insieme al secondo singolo The way things are – online dal 20 marzo – anticipa l’uscita di Green, realizzato grazie al sostegno del MiBACT e di SIAE nell’ambito del programma Per chi crea. Un disco dal sapore internazionale, nel quale l’elettronica si mescola con tocchi di psych pop e funk di matrice Seventies. Il titolo dell’album allude alla forza della natura, alle stagioni e in particolare alla primavera, intesa come nuovo inizio, germoglio di un nuovo ciclo vitale. E mai come oggi questa forza della primavera sembra attuale e necessaria per ripartire.
«Green evoca la natura, che a me personalmente mette una certa calma. Mi piace stare al parco, mi piace stare in mezzo alle piante. A casa ne avevamo molte e adesso ne ho qualcuna anche io, perché ne ho bisogno, mi fanno stare bene. Ed è lo stesso effetto che queste canzoni hanno su di me, una sensazione di liberazione e benessere che spero di trasmettere anche a chi le ascolta».
Per ascoltarle dal vivo bisognerà aspettare ancora un po’. Vista la situazione per il momento live in programma non ce ne sono, le date sono state congelate in attesa che la vita ritorni a scorrere normalmente. «Vorrei comunque approfittarne per ringraziare tutte le persone che mi hanno spronato e che hanno lavorato con me a questo album. Urtovox, la Siae, L’eretico, Marco Caldera, Giovanni Versari, Marco Jeannin, Giovanna Pavano che ha curato la grafica, Giorgia Reitano, Livio Lombardo, Matteo Puglisi. La cosa bella è che, fondamentalmente, siamo un gruppo di amici che ha creato un network di musicisti che collabora ed è molto affiatato».