Stando a quanto ricostruito da MeridioNews fino alla tarda serata di ieri, metà dei contagiati catanesi fa riferimento al cluster di Agraria. Resta invece non chiarita l'origine dell'infezione del docente che insegna a Reggio Calabria ancora ricoverato al Cannizzaro
Coronavirus, sale a 14 il numero dei contagi catanesi Positivo anche un medico in servizio fuori provincia
Quattordici test positivi a Catania. Il bollettino del coronavirus continua ad arricchirsi. Ma, finora, la filiera del contagio è ricostruita quasi interamente. La metà dei casi, sette, viene dal «cluster» del dipartimento di Agraria dell’università di Catania. Non solo docenti ma, in alcuni casi, anche i loro più stretti congiunti. A questi si devono aggiungere i cinque casi palermitani (tutti riconducibili alla cerchia di turisti bergamaschi) e due nel Ragusano. Totale 21 contagiati. Questo il quadro ricostruito da MeridioNews nella tarda serata di ieri.
Fino a qualche ora prima l’
assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza forniva il dato di 18 contagi complessivi nell’Isola. Interpellato da questa testata sulla situazione specifica di Agraria, ha risposto: «Non mi occupo dei singoli casi. Noi ci occupiamo di dare valutazioni di ordine epidemiologico, indichiamo il numero di casi accertati positivi che comunichiamo alla protezione civile e al ministero della Salute». Per poi andare via senza rispondere a ulteriori domande.
La decisione del Consiglio dei ministri di chiudere
scuole e atenei italiani fino al 15 marzo 2020 agevola il lavoro dell’assessorato e dell’università. La decisione dello stop alle attività nelle sedi del dipartimento di Agraria era stata presa dal rettore Francesco Priolo martedì pomeriggio e si fermava al 7 marzo. Adesso il blocco è generale e di più lunga durata, e dovrebbe permettere ai medici che stanno tracciando il contagio di operare con maggiore serenità. Nei prossimi giorni, l’Asp di Catania potrebbe contattare alcuni studenti che sono entrati in contatto con i docenti contagiati, per valutare eventuali test. Maggiori certezze in questo senso potrebbero arrivare dopo una riunione in prefettura fissata per stamattina alle 10.30.
Il caso di Agraria è stato raccontato martedì mattina da
MeridioNews. Per tutta la mattinata sono circolate smentite ufficiose, sebbene fossero state sospese le lezioni nel dipartimento. Dopo le 16 una nota dell’università di Catania ha confermato l’avvenuto contagio di tre docenti. Nelle 24 ore successive i contagi sono aumentati: da quanto risulta a questa testata, ieri nella tarda serata, i casi di test tampone positivi legati allo stesso ambiente erano sette: tre docenti di Unict (di cui una sta trascorrendo il periodo di quarantena nel Siracusano) e due loro parenti stretti. Nessuno di questi ha avuto necessità di ricovero in ospedale. A loro si aggiungono altri due casi: si tratta del docente di Agraria dell’università di Reggio Calabria, ma di origini catanesi, e di un parente. L’uomo, le cui condizioni sono in miglioramento, è ricoverato all’ospedale Cannizzaro.
A Reggio Calabria è legato un altro mistero: lì, all’università, si è svolto un convegno del tutto simile a quello di Udine, ma pochi giorni prima. Il professore catanese, però, non avrebbe preso parte anche all’appuntamento in
Friuli Venezia Giulia e sarebbe invece tornato a casa subito dopo, nel capoluogo etneo. Non è chiaro, dunque, se abbia contratto il virus da un partecipante al congresso reggino proveniente dal Nord Italia. Quello che è certo è che tra i partecipanti all’appuntamento friulano, in aggiunta ai contagiati catanesi, ne sono venuti fuori altri 13 nel resto d’Italia.
Oltre al caso di Agraria,
a fare discutere è quello dell’ospedale Cannizzaro di Catania, in cui l’Unità di terapia intensiva respiratoria (Utir) è stata temporaneamente chiusa per garantire la sanificazione dei locali. Mentre nei confronti di otto infermieri e due medici è stata disposta «l’astensione dal servizio». «I locali – assicura l’azienda sanitaria in una nota – sono stati sanificati e l’assistenza in Utir continua a essere garantita». Le misure si sono rese necessarie per via dell’accesso del professore da Reggio Calabria: non proveniva da zone a rischio e aveva un precedente di problemi respiratori. Motivo per il quale il tampone orofaringeo non è stato effettuato subito.
Gli altri casi sono ormai noti:
una professionista catanese, guarita; un infermiere catanese che sarebbe dovuto entrare in servizio all’ospedale San Marco e che proveniva dalla Lombardia; una ulteriore positività riscontrata nelle ultime ore rispetto alla quale non si hanno più informazioni; un cittadino catanese che tornava dalla Germania e che era transitato dalla Lombardia anche lui. A quest’ultimo sarebbero attribuibili altri due contagi: un uomo e sua madre, che lo avevano ospitato a cena. Da Catania arriva inoltre un medico risultato positivo al test per il coronavirus: il professionista era però in servizio in un ospedale di un’altra provincia siciliana, in un reparto piuttosto delicato. Motivo per il quale pare che l’Azienda sanitaria di quel territorio stia valutando provvedimenti urgenti.