In un terreno alle spalle della stazione dei bus vivono dalle otto alle 15 persone. Tende, lenzuoli, cartoni, compensato, qualche materasso. «Sono ragazzi tranquilli, non creano problemi - dice un commerciante della zona - Se li sgomberano dove andranno?»
«Qui è meglio che in strada, ma vorrei una casa» Le storie dei senzatetto in piazza della Repubblica
«Almeno qui ci sentiamo un po’ più riparati e al sicuro rispetto alla strada». In un terreno abbandonato alle spalle della fermata degli autobus di piazza della Repubblica, vive anche Faruq (nome di fantasia). Ha 29 anni e, partito dalla Nigeria, è arrivato a Lampedusa a bordo di un barcone circa tre anni fa. Poco prima di Mezzogiorno lui è l’unico rimasto all’interno di quell’area che, da diverso tempo, è diventata una sorta di accampamento. «Vorrei lavorare perché non mi piace vivere così – ammette il ragazzo – Intanto, se ci dessero una casa o una sistemazione diversa andremmo via da qui».
Tende da campeggio montate sopra a pedane di legno, lenzuoli, cartoni e pezzi di compensato fungono da pareti di baracche improvvisate, c’è qualche materasso appoggiato a terra, alcune sedie riparate alla buona e anche due poltrone sistemate davanti a una tenda. «Io sto qui da circa otto mesi – racconta in un ottimo italiano il giovane a MeridioNews – Prima non avevo un posto fisso in cui vivere, stavo in giro per la città». Riparati da un muro alto e da una rete di recinzione, in quell’area «di solito siamo dalle otto alle 15 persone, tutti africani arrivati per lo più dalla Nigeria e dal Senegal».
«Sono ragazzi tranquilli e non hanno mai creato nessun problema, quando passano da qui mi salutano sempre e, qualche volta, si fermano anche per scambiare due parole ma senza chiedere mai nulla». Che la situazione in quell’area vada avanti così da diverso tempo lo confermano anche dal chiosco di bibite proprio là di fronte. «Qualche mese fa, erano già stati sgomberati – continua il commerciante – ma dopo un po’ sono tornati e si sono organizzati allo stesso modo. Del resto, stanno meglio qui che per strada. A prendersi cura di loro, per fortuna, ci sono alcuni volontari che tutte le sere passano a lasciare qualcosa da mangiare e, in questo periodo più freddo, anche qualche coperta. Non è giusto per loro che vivano così ma mi chiedo anche: dopo che li mandano via da qui, dove li sistemano?». Negli immobili confiscati alla mafia da consegnare ai senzatetto, intanto i lavori procedono a rilento.
La realtà delle persone che vivono per strada, anche dopo l’ordinanza anti-bivacco del sindaco Salvo Pogliese, viene trattata alla stregua di una mera questione di sicurezza e di ordine pubblico. Era stato l’assessore alla Sicurezza Fabio Cantarella, dopo gli sgomberi di alcuni clochard da marciapiedi e pensiline degli autobus per «occupazione di suolo pubblico», a usare una metafora che ha fatto discutere e ha dato vita a una manifestazione di protesta contro le istituzioni e, allo stesso tempo, di solidarietà ai senzatetto. «In pratica – aveva detto l’assessore leghista – è come se io mi metto con la macchina davanti a un garage e impedisco l’entrata o l’uscita di altri mezzi». In quell’area alle spalle di piazza della Repubblica, i clochard al momento rimangono invece indisturbati.
«Non ho avuto nessuna informazione precisa in merito a questa situazione», dice a MeridioNews l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo. La scorsa settimana, i vigili urbani sono tornati nella zona di corso Sicilia per un altro intervento di pulizia straordinaria dopo un esposto presentato dal comitato dei residenti di corso Sicilia. «La nostra unità di strada continua a svolgere il servizio di assistenza sia dal punto di vista sanitario che socio-psicologico – afferma Lombardo – Alcuni senzatetto sono stati informati anche della disponibilità di posti letto nell’ex dormitorio di via del Faro e nella struttura di via Lazio. Rifiutano questo tipo di assistenza perché, almeno alcuni, sono abituati da decenni a vivere per strada».