Il giovanissimo neo acquisto della giunta Orlando parla del suo percorso politico: «Non sono in quota sardine»; di un cognome pesante e dei suoi progetti. «Lavorerò con umiltà, ho intenzione di studiare la città, gli uffici e capire quali sono tutte le esigenze»
Il nuovo assessore Paolo Petralia si presenta «Serve una task force per gli impianti sportivi»
Tra i nuovi innesti nella giunta Orlando, Paolo Petralia, con i suoi 28 anni ancora da compiere, è il più giovane, ma il suo nome è già il più discusso. Laureato in Giurisprudenza alla Statale di Milano, un master in Affari internazionali a Ginevra esperienze lavorative negli Stati Uniti, al Parlamento europeo, oltre che un tirocinio in Eurojust, il neo assessore a Turismo, sport, politiche giovanili e relazioni internazionali del comune di Palermo ha fatto parlare di sé per la sua presunta vicinanza al movimento delle Sardine e per un cognome pesante (figlio del magistrato Dino Petralia, Procuratore generale di Reggio Calabria e di Alessandra Camassa, presidente del tribunale di Marsala). Petralia tuttavia ci tiene a rimarcare la propria identità, ammette di avere guardato con interesse al mondo delle sardine, ma rivendica una formazione politica fondata sulla militanza.
«Oggi simpatizzare per le Sardine o farne parte è più o meno la stessa cosa – spiega a MeridioNews – non è un partito, non c’è una tessera. Posso ammettere che ho guardato alla loro nascita con curiosità, credo sia una risposta in linea con il mio pensiero politico, per il resto non sono un assessore in quota Sardine. Ho fatto un percorso politico lungo, partito da quando ero un bambino: a 13 anni ho fatto la prima tessera di partito nella mia città (Trapani ndr). Ho fatto di tutto, dalle vertenze alla militanza vera e propria, l’attaccare i manifesti… tutto questo, unito all’esperienza internazionale, al percorso formativo, forse mi hanno dato più credibilità per ricoprire un incarico del genere». E a chi sostiene che il cognome abbia aiutato il giovane nell’ingresso in una Giunta come quella palermitana la risposta è secca: «Questo incarico è enorme, comporta diverse responsabilità e lo affronterò con umiltà, lascio anche accostare la mia nomina al cognome che porto, non voglio polemizzare, ma io farò il mio lavoro e i miei genitori continueranno a fare il loro e solo a questo dobbiamo attenerci».
Tra le deleghe, oltre a quella al Turismo, che negli anni è diventato uno dei principali propulsori dell’economia cittadina, quella allo sport, rimasta ad interim nelle mani di Orlando per anni, sembra essere la più delicata, non fosse altro che per le condizioni in cui versa la maggior parte delle strutture sportive cittadine. «Sport ed edilizia sportiva sono due deleghe che non vanno di pari passo – spiega Petralia – nella delega allo Sport non è compresa l’edilizia sportiva, questo però credo sia un tema da affrontare a livello prioritario, perché credo che una task force tra assessorati in questo senso sia necessaria. Lo sportivo soffre di carenze, difficoltà, spesso dipendenti dall’edilizia sportiva. Per non creare confusione bisognerebbe in un modo o nell’altro creare un gruppo di lavoro che tenga conto dei problemi di entrambi gli assessorati».
Per il resto, i buoni propositi del nuovo membro della giunta palermitana passano tutti attraverso lo studio. «Sono ben consapevole della situazione, della mia età, delle mie esperienze e per questo all’inizio cercherò di studiare il più possibile per conoscere la città da vicino, per conoscere la città negli uffici, per conoscere la città in tutte le sue realtà – conclude Petralia – Entrare in un’amministrazione che ha ormai una faccia a livello internazionale ben riconoscibile, ben definita e un’identità così riconoscibile a livello internazionale per me è un onore. Poi però bisogna anche scontrarsi con tutta una serie di oneri legati alla responsabilità che comporta il ruolo».