Il governatore Rosario Crocetta comunica l'immediata sospensione dei lavori di costruzione dell'impianto satellitare della marina militare Usa a Niscemi. La decisione, già anticipata da una mozione approvata all'unanimità dall'Ars, è stata accelerata dagli scontri di ieri notte tra attivisti e agenti che scortavano la gru necessaria a innalzare le parabole. Posizione che però non è stata concordata con Roma. «Sono un presidente autonomista -afferma - non chiedo autorizzazioni al governo Monti». Guarda le foto
Muos, Crocetta: «Stop immediato ai lavori» Gli attivisti bloccano un camion militare
«Sospesi immediatamente i lavori di realizzazione del Muos». A comunicarlo è il presidente della Regione Rosario Crocetta, oggi pomeriggio in conferenza stampa a Palazzo D’Orleans. Secondo quanto riportano le agenzie stampa, l’avvio della procedura di sospensione delle autorizzazioni, precisa il governatore, è stata accelerata dagli scontri tra attivisti e forze dell’ordine avvenuti in contrada Ulmo la scorsa notte, all’arrivo della gru – scortata da agenti in assetto antisommossa – necessaria ad ultimare i lavori di costruzione del mega impianto di antenne satellitari statunitensi. «Non siamo contro gli americani e non siamo contro il Muos – precisa il Governatore – ma vogliamo tutte le garanzie per la tutela della salute dei cittadini». Sottolineando la presenza di alcune irregolarità nelle carte che autorizzano la costruzione. «Vizi – secondo il presidente – che potrebbero portare anche alla nullità degli atti già emessi».
La decisione, puntualizza Crocetta, non è stata però concordata col governo Monti. Nonostante il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, aveva dichiarato il sito «di interesse strategico militare», provocando l’indignazione dei siciliani. «Sono un presidente autonomista – afferma – non chiedo certo le autorizzazioni quando prendo le mie decisioni. Roma sarà informata a breve della decisione appena assunta». E aggiunge di non temere «incidenti diplomatici con gli Stati Uniti». L’ex sindaco di Gela, prima di sospendere i lavori del Muos, rivela infatti di aver incontrato alcuni diplomatici americani nell’Ambasciata Usa. «Avevo invitato in modo bonario a non accelerare i lavori e a procedere con prudenza – racconta – ho detto che non avremmo gradito forzature rispetto ai blocchi, finora non era successo ma ieri sera purtroppo è accaduto».
Intanto, in contrada Ulmo, a Niscemi, continua il presidio permanente degli attivisti No Muos. «Non ci perdiamo d’animo, stiamo continuando a presidiare la zona e sensibilizzare la gente con assemblee e manifestazioni», afferma Sandro Rinnone. I membri del comitato, nonostante gli scontri con le forze dell’ordine nel tentativo di bloccare il passaggio del mezzo speciale, non si arrendono. «Stamane, racconta Rinnone – abbiamo bloccato l’ingresso ad un camion militare, che ha dovuto fare marcia indietro. Siamo riusciti a non farlo passare». E annunciano che l’atto di ieri notte non basta a fermarli. «Domani alle 15 ci sarà un’assemblea generale del coordinamento regionale No Muos, in cui decideremo le prossime mosse delle azioni di contrasto all’installazione». Tra cui anche una grande manifestazione nazionale. Con l’obbiettivo invitare più persone possibili ad unirsi a loro.
«Un atto di grande viltà nei confronti dei cittadini, che dovrebbero essere sovrani in questa nazione, e invece sono tenuti sempre sotto scacco. Di cui non viene mai tenuta in considerazione la volontà ne tantomeno il parere, rispetto a qualcosa che invece invaderà le loro vite». Così Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, ha commentato in un video diffuso su Youtube i fatti di ieri notte al presidio No Muos, in contrada Ulmo. «Il Parlamento regionale siciliano ha approvato qualche giorno fa una mozione all’unanimità, invitando il governo Crocetta a trovare ogni possibile soluzione per ritirare le autorizzazioni pur di fermare la costruzione». Proprio i membri del M5s all’Ars, insieme al Pd, nei giorni scorsi, hanno proposto il ritiro dei permessi per la costruzione delle antenne nella base americana di Niscemi, poi votata all’unanimità.
[Foto di Dominik Spataro su Facebook]