«Restituiteci passeggini e giochi nell’asilo chiuso a Corleone» L’appello dei genitori. Ma il Comune non trova più le chiavi

Prima chiuso e lasciato in stato di abbandono per anni, poi ristrutturato di tutto punto con fondi pubblici e inaugurato a novembre 2018. Per chiudere appena un anno dopo, in seguito alle irregolarità emerse durante una visita ispettiva del ministero dell’Interno. Basterebbe questo per dare conto dei contorni paradossali che hanno caratterizzato la storia dell’asilo nido comunale di via Punzonotto a Corleone, intitolato alle due sorelline Caterina e Nadia Nencioni, morte nella strage dei Georgofili del ’93. Invece le sorti della struttura, che vede le sue attività sospese fino alla fine di febbraio 2020, sembrano continuare a ingarbugliarsi. «Ora veniamo a scoprire che i beni mobili di proprietà dei genitori che si trovano all’interno sono “sequestrati”», denuncia infatti il consigliere comunale Maurizio Pascucci, tra i primi a occuparsi della vicenda dell’asilo.

«Ebbene sì, i genitori richiedono che gli vengano restituiti i passeggini e i giochi di loro proprietà che attualmente si trovano all’interno della struttura chiusa, ma vengono privati del loro diritto di restituzione di questi oggetti per un motivo che ha dell’incredibile: il Comune non trova le chiavi per accedere a un asilo di sua proprietà, anche se chiuso dalle autorità ispettive». Una circostanza che, nel giro di poco, ha risollevato i vecchi malumori sopiti. «Si sta toccando il fondo», commenta una concittadina, mentre un’altra si domanda se non sia «tutta una barzelletta». «Tutto ciò che riguarda l’intera vicenda di questo asilo è semplicemente raccapricciante, lascia senza parole», il commento lapidario di un’altra concittadina. «Questo è un film – torna a dire il consigliere Pascucci, nel tentativo di sdrammatizzare -. I genitori hanno portato lì le loro cose, chiedono di riprendersele, ma nessuno ha le chiavi. Loro vogliono almeno riportarsele a casa, è normale, no?», ribadisce.

Lo è un po’ meno, forse, che in una struttura comunale rimessa in piedi e riaperta con i fondi del Programma Nazionale Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti (Pnscia) siano state le famiglie a farsi carico di garantire ai propri figli la presenza nell’asilo di lettini per riposare, passeggini e giochi vari. Che adesso, ad attività sospese, chiedono indietro. «Asilo comunale per modo di dire, insomma – insiste Pascucci -. Questo sta a dimostrare che i genitori, che si sono anche dovuti portare le cose da casa, subiscono ora oltre al danno anche la beffa. Nessuno ha le chiavi….ma come può mai essere vero?». La vicenda assume dei contorni sempre più grotteschi e comici, per certi versi. Mentre a Corleone, intanto, monta la rabbia delle famiglie, già costrette ad arrangiarsi e a trovare da sole un rimedio per lasciare a qualcuno i figli durante l’orario di lavoro, tra parenti e baby sitter. Ma, chiavi in mano, sarebbe effettivamente possibile entrare dentro una struttura chiusa dopo visita ispettiva del ministero?

«Fare questa domanda qui è ancora peggio – spiega il consigliere -. Il materiale esterno non potrebbe entrare nella scuola, partiamo da questo, non è che all’asilo ti porti la roba da casa tua, in teoria dovresti trovare già tutto lì. Quindi queste cose non dovevano, in principio, nemmeno entrare. Ma sono state portate perché non c’era niente, solo le mura. A questo punto basterebbe il buon senso e dire “riprendetevele e quando tornano i bambini le riportate”. Invece niente, solo ottusità». E tanto silenzio, anche. Visto che le famiglie, dopo l’annuncio della sospensione delle attività, hanno più volte chiesto risposte all’amministrazione, che però si sarebbe negata. In particolare, la vice sindaca Maria Clara Crapisi, con delega alla pubblica istruzione, che non avrebbe trovato – dal 20 dicembre, data della chiusura dell’asilo, ad oggi – il tempo per un confronto coi genitori per aggiornarli sulla situazione. «I cittadini, esasperati, sono anche andati a cercarla a casa, ma lei continua a negarsi. In Comune intanto hanno fatto una serie di osservazioni, superate le quali la struttura dovrebbe riaprire – dice ancora Pascucci -, ma in paese gira voce che non riapre più. Come gira anche la voce che le chiavi le abbia in tasca proprio lei, la vice sindaca. Ma l’asilo non è mica suo».

«Con 450mila euro di soldi pubblici non sono capaci, com’è possibile? – si chiede ancora il consigliere -. Nessun Comune in genere ha i soldi per queste cose e deve fare i salti mortali per trovarseli. Questo invece ce li ha, ma finisce così. Non solo le famiglie hanno dovuto portare lì dentro le loro cose, ma ora non possono neppure riaverle indietro per riutilizzarle in casa e l’amministrazione non dice loro niente. Oltre a “cercasi chiavi“, sarebbe il caso di aggiungere “cercasi assessore“», la stoccata finale di Pascucci. Anche i tentativi di MeridioNews di mettersi in contatto con la vice sindaca Crapisi non sono andati, fino ad ora, a buon fine. Mentre a inizio mese lo stesso sindaco Nicolò Nicolosi aveva minimizzato i contorni della vicenda, chiarendo che ogni disagio sarebbe stato solo temporaneo. «La sospensione è dovuta al fatto che in un carteggio col ministero dell’Interno circa l’utilizzo di somme residuate si parlava della possibilità di prolungare le attività fino a giugno del 2020. Nel fare questi conteggi a quanto pare c’erano degli elementi non perfettamente corrispondenti. Questo ha determinato il fatto che bisognava rimodulare il cronoprogramma, rimandarlo al ministero e aspettare che venisse approvato per ripartire con le attività».

Questo il motivo per cui sarebbero stati costretti a sospendere il servizio, ma «siamo già in attesa della risposta rispetto al nuovo cronoprogramma – assicurava il primo cittadino -. Appena sarà approvato le attività potranno ripartire subito», diceva. Anticipando che «nel frattempo dovrebbero arrivare nuovi finanziamenti per continuare con le attività. Quindi parliamo di un disagio assolutamente momentaneo, è stato solo un problema relativo al dover risistemare alcune somme, è stato rifatto e mandato il nuovo cronoprogramma e questo dovrebbe automaticamente comportare la comunicazione immediata della ripresa delle attività». Comunicazione di cui, ad oggi, non si sa ancora nulla. 


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