Collegio di difesa, ora Salvo Pogliese ci riprova Avviso pubblico, ma sceglie sempre il sindaco

Lui ci ritenta, con la speranza probabilmente di essere più fortunato dell’altra volta. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese non rinuncia all’idea che Palazzo degli elefanti possa avere un Collegio di difesa. Cioè un gruppo di avvocati che si consulti con l’amministrazione nel caso di procedimenti giudiziari di vario genere. Cinque professionisti, scelti tra docenti universitari o legali «riconosciuti di chiara fama», che saranno selezionati tra quelli che invieranno il proprio curriculum nelle prossime due settimane. La decisione, poi, la prenderà il sindaco. Niente graduatoria, dunque, ma solo un elenco dal quale attingere. Il costo, per le casse comunali, è di quasi 61mila euro. Una cifra simile a quella che, poco meno di un anno fa, aveva fatto saltare sulla sedia in molti.

A febbraio 2019, all’indomani del provvedimento di nomina di quattro avvocati (Felice Giuffrè, Emilio Salvatore Castorina, Davide Giugno e Giuseppe Antonio Sileci), a puntare il dito contro l’amministrazione e la spesa extra in tempi di dissesto era stato il movimento politico extraconsiliare Catania bene comune. Ci avevano pensato loro a raccontare alla città quella scelta «fiduciaria» e «senza avviso pubblico» operata dal primo cittadino. Il tema era stato raccolto e portato in Consiglio comunale dal Movimento 5 stelle, che aveva presentato ad aprile una mozione per l’abolizione del Collegio di difesa e a giugno un’interrogazione per chiedere numi sui criteri della scelta.

Di lì a poco, il dietrofront di Pogliese: Collegio revocato per l’assenza del bilancio stabilmente riequilibrato. Dopo che già l’avvocato Davide Giugno si era tirato indietro per sopraggiunti impegni personali. Ora che di acqua sotto i ponti ne è passata, e che il documento di programmazione economico-finanziaria del municipio dissestato è stato approvato, spunta l’avviso per la «selezione pubblica per soli titoli». Se nel 2019 erano quattro, nel 2020 c’è un avvocato esterno in più. «L’avviso – si legge nel documento – non vincola in alcun modo l’amministrazione comunale che, a suo insindacabile giudizio, può anche decidere di non procedere alla nomina dei componenti nel caso in cui non vi siano candidati idonei nel numero richiesto».

Cambia la formula, ma non la sostanza. Perché l’avviso pubblico prevede, comunque, che «la scelta, previa valutazione del prospetto comparativo, sarà effettuata dal sindaco». Per difendersi dalle accuse di avere effettuato una scelta non opportuna, in un momento di difficoltà economiche della città, Palazzo degli elefanti a febbraio 2019 aveva sostenuto: «Il Collegio esprime parere obbligatorio, ai termini del regolamento approvato dal Consiglio comunale nel 2009, sui bandi e sui capitolati delle gare d’appalto di lavori, forniture e servizi, gestione dei servizi pubblici locali e le transazioni giudiziali di valore superiore ai centomila euro». Adempimenti che in questi mesi sono stati comunque portati avanti dall’amministrazione.


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