Parlano gli studiosi di Palermo in progress che stanno effettuando uno studio sui flussi di utenza a carico del servizio. Intanto c'è la questione orario Trenitalia per il 2020 che per i pendolari è «quasi invariato». L'assessore: «Decideremo le modifiche il 16 ottobre»
Passante, l’appello degli esperti: rischio di corse stracariche Falcone: «Non escludiamo l’impiego di uno dei treni in arrivo»
Sul fronte dei trasporti in Sicilia e in particolare a Palermo pesano ancora diverse incognite. Per quanto riguarda il passante ferroviario, se tutto restasse com’è, ovvero se non saranno aumentate le frequenze delle corse, si rischia di avere treni sovraffollati: a spiegarlo sono gli studiosi di Palermo in progress che stanno effettuando degli studi sui flussi di utenza. Gli esperti parlano di una domanda in crescita a fronte di un numero invariato di frequenze (due all’ora per linea). Stesso discorso anche per quanto riguarda il nuovo orario Trenitalia per l’anno prossimo.
«Abbiamo avuto modo di visionare la bozza del nuovo orario Trenitalia per il 2020 in vigore a partire dal 15 dicembre prossimo – dicono da Palermo in Progress – riguardante il servizio regionale in Sicilia. Purtroppo, nonostante le nostre richieste e quelle di associazioni e comitati di pendolari, registriamo la pressoché totale assenza di novità. L’offerta Trenitalia in Sicilia rimane sostanzialmente invariata. E questo nonostante i proclami che abbiamo più volte sentito sulla necessità di rilanciare il servizio ferroviario». Ma non è detta l’ultima parola perché manca all’appello l’incontro del 16 ottobre prossimo con la Regione, sede in cui verranno discusse e decise alcune modifiche.
Il fatto che non ci siano novità sugli orari «comporterà che alle 8 del mattino la gente non potrà salire sui treni perché saranno stracarichi», dice l’ingegnere Roberto Di Maria di Palermo in Progress. «Notiamo che c’è molto uso del servizio metropolitano cittadino sul passante dalla stazione centrale fino a Isola delle Femmine, anche a Carini – spiega Riccardo Manieri, amministratore di
Palermo in progress – ed è frequentato da studenti, turisti e non solo. L’utenza si riduce man mano che ci avviciniamo verso la periferia, mentre Palermo centrale e la stazione Notarbartolo sono le fermate più frequentate in assoluto. Su questo faremo uno studio molto più approfondito per capire quanti convogli sarebbero utili per coprire questo fabbisogno in modo ottimale».
Inoltre sul passante ferroviario di Palermo «stiamo facendo una serie di incontri con i Comuni dell’area metropolitana – precisa ancora Di Maria – quindi con i sindaci di Carini, Capaci e Terrasini fino a Termini Imerese, per vedere qual è la condizione in generale del servizio dei trasporti anche alla luce del passante ferroviario. Devo dire che abbiamo avuto un certo riscontro. Noi abbiamo un sistema che potrebbe dare un grosso vantaggio a tutta l’area metropolitana, perché il passante che oggi è sfruttato da due treni l’ora potrebbe avere almeno il doppio del servizio. Ci vorrebbe quindi oltre che un incremento dell’offerta anche una gestione generale di tutto il sistema. I sindaci della provincia come Cinisi e Terrasini vorrebbero ad esempio esteso il servizio, ovvero che il passante venisse prolungato verso Partinico. Cosa che si potrebbe fare riservando un certo numero di treni: se ne avessimo sei l’ora verso Punta Raisi, un paio di questi potrebbero essere indirizzati verso Partinico».
A mettere a disposizione i convogli è Trenitalia sulla base di un contratto che ha con la Regione siciliana, ovvero contratto di servizio a carattere pluriennale. Al momento, stando così le cose, «noi continueremo ad avere su Palermo due treni l’ora per direzione sul passante mentre a Catania ne passa uno all’ora. A Messina uno ogni tre ore. Poi ci sono situazioni paradossali come quella sulla linea Catania- Caltagirone, che è servita da due treni al giorno. Già da almeno un anno e mezzo la Regione doveva introdurre il Termini Imerese-Punta Raisi ma al momento anche su questo fronte non si vede nulla di nuovo. Il tempo c’era, durante undici anni di lavori, per acquistare i treni, metterli in rete e sistemarli e fare il servizio». L’esperto lamenta una «mancanza di governance in tutto questo. Il Comune ad esempio sembra che non veda le infrastrutture che già ci sono, sembra che esista solo il tram».
Una necessità quella di adeguare le cadenze delle corse ai bisogni dei cittadini, ribadita con sempre maggiore forza dal Comitato dei pendolari. «L’orario di Trenitalia per il 2020, tranne piccoli aggiustamenti, è tale e quale a quello precedente – dice Giosuè Malaponti presidente del comitato Pendolari siciliani (Ciufer) – Tra dicembre e gennaio abbiamo preso parte ai tavoli tecnici con il dipartimento dei trasporti con la Regione nella sede di Trenitalia per vedere di esporre le nostre richieste e proposte, ma a parte qualche modifica tutto il resto ricalca lo stesso orario. Nell’incontro del 10 settembre con la Regione è stato chiesto se si potessero apportare ancora delle variazioni e ci hanno detto di sì. Un’apertura da parte della Regione nei confronti delle esigenze del territori c’è stata ma bisogna vedere che risposte danno». Nelle slides proiettate durante l’incontro del 10 settembre mancavano diverse proposte presentate a inizio anno dal Ciufer: tra queste assegnare al treno Siracusa-Messina la fermata a Fiumefreddo di Sicilia e la rimodulazione degli orari della tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela.
«Nulla è ancora detto – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – a metà ottobre, il 16, nell’ambito della riunione con l’osservatorio sulla qualità del servizio dei trasporti, stabiliremo eventuali modifiche. Nell’incontro del 10 settembre avevamo esposto la proposta di Trenitalia e chiesto di farci pervenire osservazioni e richieste di modifica: alcune sono arrivate, altre le aspettiamo ancora». Al vaglio della Regione c’è in primo luogo la tratta Caltagirone-Catania, e la possibilità di intervenire sulla fermata di Fiumefreddo. Il 16 ottobre quindi saranno discusse le proposte di ciascun componente dell’osservatorio in merito al nuovo orario di servizio per il primo e secondo semestre 2020: «Alcune saranno recepite – afferma ancora Falcone – altre no ma sempre nello spirito di collaborazione, entreranno in vigore il 15 dicembre: i tempi ci sono». Sul passante di Palermo invece la Regione sta facendo un altro ragionamento: «È stato elaborato uno studio secondo il quale si può percorrere la tratta dalla stazione Centrale, passando da Notarbartolo fino a Punta Raisi risparmiando 10 o 12 minuti sui 50 previsti. Vedremo quindi di ottimizzare il servizio». Per quanto riguarda invece il numero di convogli sul passante entro il 15 dicembre arriveranno in Sicilia altri cinque treni Pop destinati alla tratta Palermo -Messina. «Non escludiamo che uno di questi possa essere impiegato su Palermo», conclude Falcone.