Oggi pomeriggio, dalle 16.30, si svolgerà ad Acireale il secondo trofeo di Liu Bo, arte marziale sicula poco conosciuta. Il testimonial dell'evento è Brigantony. «Sport, cultura e tradizione 100 per cento made in Sicily», si legge nella locandina. Ma chi pensasse che si tratta di un evento trash campanilistico forse si dovrà ricredere
Trofeo di Liu-Bo, l’arte del bastone siciliano Testimonial Brigantony (senza doppi sensi)
«L’arte del bastone siciliano, testimonial Brigantony». A leggere il manifesto dell’evento Secondo trofeo di Liu-Bo – Aci e Galatea, che si svolgerà oggi pomeriggio al Palavolcam di Acireale, viene da ridere. Il doppio senso prende il sopravvento e s’immagina già il maestro delle canzoni popolari piene di parolacce e battute sconce intonare una strofa a tema. E invece gli organizzatori sono seri, serissimi, perché il bastone di cui parlano è l’arma di una nobile arte marziale nata secoli fa in Sicilia. L’antica arte della paranza, cioè del maneggiare il bastone sia per attaccare che per difendersi, tramandata di padre in figlio per secoli. Niente a che vedere con l’antico gioco da tavolo cinese che ha lo stesso nome.
«I pecorai la usavano per difendersi, ma anche per sfidare il barone e ottenere di poter pascolare il gregge gratuitamente nelle sue terre», racconta Francesco Monaco, maestro di Liu Bo, sull’origine della disciplina che nel 1971 è diventata uno sport riconosciuto dal Centro sportivo educativo nazionale. Ma cosa c’è di educativo nel prendersi a colpi di bastone? «I movimenti sono molto armoniosi e aiutano il benessere fisico e psichico – assicura il maestro – e poi è parte integrante della storia della Sicilia». Storia di contadini, terra, pecorai e signori.
Alla manifestazione di domenica parteciperà anche il fondatore della disciplina, il maestro Litterio Lio Tomarchio, sesto dan di judo e insegnante a livello europeo, inventore anche del nome Liu Bo. Il termine deriva da liu, il suo nome in siciliano, e bo, che in giapponese vuol dire bastone, per il suo senso di gratitudine nei confronti dello sport che pratica. «Brigantony parteciperà perché è un amico della palestra ed è un simbolo in un certo senso della sicilianità – dice Monaco – ma soprattutto lo abbiamo chiamato per attrarre un po’ di gente». Questo tipo di combattimento infatti non è molto conosciuto. «Purtroppo spesso gli italiani sono esterofili, quindi tutto ciò che viene dall’oriente esercita un certo fascino su di loro, inoltre la diffusione di questo sport non è mai stata appoggiata molto dai maestri che lo praticavano», si legge su internet. E pensare invece che oltre al bastone siciliano, esiste la scherma di bastone pugliese e anche quello genovese e napoletano.
[Foto di.paolo.]