Si era imbarcato per lavorare, ma ogni volta che poteva cercava il contatto con la natura. Il 34enne ucciso dall'esplosione era originario di Pace del Mela e aveva studiato a Milazzo. Ieri era in compagnia di un amico brasiliano
Massimo Imbesi, chi era la vittima dello Stromboli Amante della natura e allievo ufficiale sulle navi
Massimo Imbesi, il 34enne di Pace del Mela, rimasto vittima di una delle due esplosioni avvenute in cima allo Stromboli ieri pomeriggio, si trovava lungo una mulattiera, a Punta Corvo, nei pressi di Ginostra quando il vulcano ha cominciato a eruttare. È stato colpito dalle pietre scagliate in aria dalla bocca dello Stromboli.
Nel pomeriggio aveva cominciato la scalata con un suo amico straniero. Lo aveva anticipato martedì sera agli amici con cui era a cena. Così ieri mattina è partito da Milazzo, dove risiede, ed è arrivato nell’isola eoliana. Amava tutto ciò che lo mettesse in contatto con la natura, dalla corsa al mare che era anche il suo lavoro sulle navi private. Per questo spesso si era ritrovato in Liguria.
Ex alunno del liceo scientifico di Milazzo, lo scorso anno aveva superato l’esame di allievo ufficiale di coperta. La sua vita è stata spezzata all’improvviso quando lo Stromboli ha fatto segnare due delle esplosioni più forti mai registrare dopo il 1985, da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano a cura dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Illeso l’altro escursionista, un brasiliano che si trovava in compagnia di Imbesi.
Per i soccorsi non è stato facile raggiungere i luoghi, a causa della coltre di fumo che ha circondato il vulcano. A lavoro protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri, Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Una settantina i turisti che si trovavano sull’isola nella frazione di Ginostra che hanno preferito allontanarsi a bordo degli aliscafi della Liberty Lines, allertati dal sindaco di Lipari, Marco Giorgianni.