A Taormina serata per scoprire il nuovo cinema rumeno Tra humor nero e schiaffi alla coscienza dello spettatore

«Cos’è questa Romania, quali aspetti conosciamo, come vivono le persone lì, perché il cinema rumeno è diventato così famoso e quali sono i suoi elementi caratteristici?» Si cercherà di rispondere a queste e altre domande durante Oltre la Nuova Onda: Nuovi percorsi del cinema rumeno, evento dedicato al cinema contemporaneo rumeno che si inserisce nell’ambito della 65° edizione del festival di Taormina, in programma oggi, sabato 6 luglio dalle 14.30 alle 18 nei locali del palazzo dei congressi di Taormina.

L’idea nasce da Aurelio Gambadoro, appassionato di cinema che in passato ha partecipato al Festival di Taormina con un suo progetto, e Giusy Sipala, che dopo aver studiato Lingua e letteratura rumena all’Università è rimasta talmente affascinata da questa cultura che dopo la laurea ha cercato lavoro lì, dove per quattro anni si è occupata di e-commerce.

«Tempo fa Aurelio, conoscendo il mio interesse, mi propose di organizzare una rassegna di cinema rumeno, che negli ultimi anni ha avuto una crescita continua del pubblico in sala e si è affermato con grandi nomi che hanno dominato la scena internazionale», racconta Giusy, che insieme al collega si è a lungo interrogata su dove organizzare questo progetto e chi coinvolgere, fino ad arrivare a Silvia Bizio, direttrice artistica del Taormina Film Fest insieme a Gianvito Casadonte.

«Silvia ci ha offerto subito il suo supporto, così come il Consolato rumeno a Catania, che ci ha dato il gratuito patrocinio. E questa congiunzione astrale ci ha convinti che era giusto puntare in alto, così abbiamo contattato radio e televisioni rumene, registi e case di produzione, selezionando una decina di film da proporre, tra cui ne sono stati scelti due».

Un cortometraggio e un lungometraggio che da una parte rispecchiano il movimento culturale cinematografico spontaneo conosciuto come la Nuova Onda, fatto di registi che hanno vissuto da giovani il disagio della dittatura socialista di Ceaușescu e la libertà d’espressione data dalla rivoluzione, e dall’altra in un certo senso lo superano. Il cortometraggio Il regalo di Natale di Bogdan Mureșanu, tra gli ospiti della giornata, è uno dei più rappresentativi della Nuova Onda e racconta la storia tragicomica di un padre di famiglia che torna a casa la sera di Natale scoprendo che ciò che più desidera il figlio come regalo è la morte di Ceaușescu, avendolo più volte sentito dire al padre, che a quel punto tenta di insabbiare la questione preoccupato di finire in prigione.

«Attraverso la proiezione di questo cortometraggio vogliamo mostrare le linee stilistiche guida del cinema della nuova generazione rumena, fornendo una breve panoramica dell’ambiente cinematografico a cui facciamo riferimento e avvalendoci della testimonianza del produttore Burlac», chiarisce Giusy, che aggiunge: «I registi della Nuova Onda si basano su una sorta di humor nero, scherzano sulle tragedie della vita in modo tragicomico, mettono in evidenza scene di vita vera, utilizzando una recitazione dai toni sottomessi e sfumati, dialoghi e rumori della quotidianità catturati in presa diretta, dando attenzione ai dettagli e utilizzando immagini e suoni che mirano alla partecipazione emotiva dello spettatore».

E sono proprio questi quegli elementi che collocano Il regalo di Natale all’interno della tradizione cinematografica rumena, l’altro film proiettato – Non mi importa se passeremo alla storia come barbari, del regista pluripremiato Radu Jude – la supera. «Lo spettatore deve essere consapevole del fatto che si trova di fronte una messa in scena. E Jude scuote con i suoi film la coscienza di chi sta di fronte lo schermo. Il lungometraggio– la cui protagonista, Ioana Iacob, sarà presente a Taormina – parla di storia, usa le citazioni, si pone delle domande, scatenando la reazione del pubblico».

Non solo quello rumeno, ma anche quello europeo e italiano. «Stiamo vivendo un momento in cui stiamo dimenticando la nostra storia e le nostre priorità come uomini – chiarisce Giusy – e se il film parla del massacro degli ebrei a Odessa nel 1941, in Italia stiamo assistendo a una ondata di fascismi vari che non vengono affrontati con la giusta considerazione e su cui invece dovremmo riflettere».


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