Madonie, sindaci del comprensorio e sindacati a confronto «Le idee e i soldi ci sono, la Regione dia modo di spenderli»

Se da un lato le Madonie sono al centro oggi dei discorsi odierni in tema di spopolamento e fuga dei più giovani, dall’altro è pur vero che le idee e i progetti per rilanciare i suoi territori non mancano affatto, anzi. È quello che è emerso con ulteriore forza, se ancora ce ne fosse stato bisogno, dall’incontro-fiume di oggi organizzato a Cefalù dalla Fillea Cgil, che ha incontrato i sindaci del comprensorio. Tutti presenti, fatta eccezione per Pollina, che ha mandato il suo assessore ai Lavori pubblici e per Isnello, per cui era presente l’assessora Anna Agostara. «La nostra idea di sottoscrivere un protocollo per regolare i flussi della manodopera, coinvolgendo gli enti bilaterali, dai Comuni alla stazione appaltante, è stata accolta positivamente e anzi l’idea è di provare ad aggiungere tanta altra roba, perché quello che è uscito fuori è un grido d’allarme da parte di territori che sono abbandonati dai governi regionale e nazionale», spiega Pietro Ceraulo, segretario generale di Fillea Cgil Palermo. «Perché il fatto di aver eliminato le province ha lasciato una sorta di liberi tutti – prosegue -. Quelli che magari hanno una maggiore capacità e forza vanno avanti, ma tutti gli altri? Ci sono difficoltà che vanno affrontate».

Buona parte del ragionamento che si è tentato di fare oggi, durante un confronto serrato e stimolante, si è incentrato soprattutto sul cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono, che interesserebbe non solo una ventina di chilometri di tratta, ma che impegnerebbe almeno 500 operai, «un lavoro che dal punto di vista economico impatterebbe sul tessuto del territorio in maniera non indifferente». Inoltre, «i sindaci hanno messo a punto una serie di finanziamenti che hanno su dei progetti già fatti, ma per i quali mancano i decreti della Regione». Progetti, cioè, che sulla carta hanno raggiunto un certo posto in graduatoria, aggiudicandosi di fatto una somma che però non è mai stata erogata. Non ancora, almeno. «Il sindaco di Campofelice sottolineava ad esempio che ci sono 12milioni di euro da spendere per il rifacimento delle coste – dice ancora Ceraulo -. E questo è solo un esempio fra tanti che se ne potrebbero fare. Insomma, ci sono tanti progetti in ballo, le idee non mancano, ma ci vorrebbe un’azione congiunta di tutti i soggetti coinvolti, specie dalla Regione Sicilia, che in questo momento viene meno».

Il da fare d’altronde non mancherebbe, a cominciare dai nodi più aggrovigliati che le Madonie si trascinano dietro da anni, dalla viabilità alle strade secondarie, temi che ritornano sempre. «Un altro argomento che si è posto è che la realizzazione del doppio binario, da Ogliastrillo passando per Cefalù, comporterebbe la realizzazione di una nuova stazione. A questo punto che uso se ne farà della vecchia linea ferrata? Ci sarà una riconversione? – si domanda il sindacalista -. C’è chi propone ad esempio di mettere un trenino turistico che faccia le fermate nei vari alberghi e punti d’interesse. Potrebbe essere un’idea, chissà, perché non ragionarci su?». Quindi, non solo far ripartire l’edilizia, ma agganciarla allo stesso tempo alla vocazione turistica dei territori. «La Fillea è in linea con questo ragionamento, noi non siamo per costruire punto e basta, noi siamo per costruire per migliorare i servizi e collegare al meglio due punti, da un lato Cefalù e dall’altro l’aeroporto Falcone-Borsellino col doppio binario, significa dare spazio a tanti residenti non solo di Cefalù, ma delle Madonie tutte».

Ma se non c’è un interlocutore dall’altra parte, a chi le racconti queste cose? Tuttavia, anche da parte dei sindaci presenti, che da tempo chiedevano di poter sedere a un tavolo di discussione, c’è parecchio ottimismo per il confronto di oggi. «È sicuramente un fatto positivo che finalmente riusciamo a incontrarci noi rappresentanti dei territori coi rappresentanti sindacali, perché siamo gli unici sul fronte», osserva infatti il sindaco di Castelbuono Mario Cicero. «Oltre alla questione del raddoppio della ferrovia, che permetterebbe di creare diversi posti di lavoro, sarebbe bene creare un tavolo di concertazione e discussione col sindacato – suggerisce – per aprire una vertenza nei confronti di Regione e altri enti per via di tutte le misure che stanno uscendo ora del Psr (programma sviluppo rurale), dove ci sono tanti interventi da poter fare nel nostro territorio». Ma è qui, come già spiegato dal sindacalista, che la questione si ingarbuglia inspiegabilmente.

«Attualmente la Regione, malgrado abbia stilato varie graduatorie per poter dare diversi finanziamenti ai Comuni, non ha ancora attivato nessun decreto di finanziamento. Quindi, io mi ritrovo con una serie di graduatorie in cui risulta che mi viene riconosciuto un finanziamento X per fare quel dato progetto, ma senza decreto io non posso avviare nessuna procedura, nessun bando di gara, niente – spiega il sindaco Cicero -. Io faccio il progetto, ottengo il finanziamento, ma se tu non fai il decreto e non mi dai queste somme accreditandole nel conto corrente del Comune, io non posso fare le gare e non abbiamo fatto niente». E il problema non sarebbe solo l’immobilismo della Regione. «La stessa cosa vale per l’inefficienza della Città metropolitana: noi come territorio delle Madonie abbiamo avuto la possibilità di accedere a dei finanziamenti per la strategia area interna, parliamo di quasi 14milioni di euro da destinare alla viabilitàma abbiamo questi soldi da tre anni e ancora non riusciamo a spenderli, perché ci sono appunto delle inerzie da parte della Città metropolitana», rivela ancora.

Motivi che spingono i sindaci adesso a chiedere più che un protocollo di legalità, un «protocollo di azione concreta nei confronti degli organi sovracomunali, Città metropolitana, Regione, Stato, per dire chiaramente che non è possibile che noi abbiamo l’esigenza di realizzare progetti, avere finanziamenti ma non possiamo spendere quelle somme. Penso ad esempio anche a quelle disponibili per le scuole – insiste il sindaco -, a quelle per gli interventi infrastrutturali e di dissesto idrogeologico. Siamo dentro alle graduatorie ufficiali dei finanziamenti ma in nessun Comune c’è un decreto firmato. Questa cosa è assurda».


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