Scade l'ordinanza del presidente Nello Musumeci con cui a dicembre è stata rinnovata il ricorso a misure speciale di trattamento della spazzatura conferita negli impianti dell'Isola. Tuttavia, c'è chi predica calma perché la situazione sarebbe ancora in bilico
Rifiuti, dopo quasi 6 anni si torna alla gestione ordinaria «Grazie a differenziata». Ma gestori impianti sono cauti
Dopo cinque anni e mezzo, la Sicilia esce dalla gestione speciale dei rifiuti. La notizia trapela in queste ore dal dipartimento regionale Acque e rifiuti alla vigilia della scadenza dell’ordinanza che il presidente Nello Musumeci ha firmato a inizio dicembre, prorogando per sei mesi un regime partito nell’autunno 2013. E da allora andato avanti senza interruzioni. Dagli uffici di viale Campania, nei prossimi giorni, non dovrebbe partire alcun documento diretto a palazzo d’Orleans, determinando di fatto il rientro nella gestione ordinaria. Un traguardo salutato come un successo nell’assessorato guidato da Alberto Pierobon.
Il primo passo verso questa direzione è stato compiuto a fine marzo, quando il governo regionale aveva deciso di non rinnovare i commissariamenti delle Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti (Srr) che ancora, dopo anni, non erano diventate pienamente operative. Adesso, invece, a venire meno dovrebbero essere le deroghe concesse agli impianti di smaltimento e trattamento. Misure che fin qui sono state rese necessarie per consentire la gestione della mole di rifiuti prodotta a fronte del numero di siti presenti sul territorio. Stando ai dati forniti dagli uffici, in un anno si è passati da 5mila a 3600 tonnellate al giorno da portare in discarica.
A proposito di differenziata, le ultime indiscrezioni parlano di percentuali su base regionale che nel mese d’aprile supererebbero abbondantemente il 38 per cento. Soglia ancora lontana dagli obiettivi fissati dalle norme europee, ma comunque in costante miglioramento, seppure con la zavorra rappresentata – e questo per ora rimane il principale elemento di continuità di questi anni – dalle città metropolitane. Con la situazione attuale, è la valutazione del dipartimento, gli impianti possono lavorare con i ritmi previsti dalle autorizzazioni in vigore, senza prevedere deroghe e ciò vale anche per i tempi di stabilizzazione dei rifiuti. Ecco perché si dovrebbe uscire dalla gestione speciale che ha contrassegnato gli ultimi anni.
Nella crescita della differenziata a incidere particolarmente è la frazione organica. Il recupero e trattamento dell’umido negli ultimi mesi si era palesato tuttavia anche sotto forma di problema, per via della ridotta capacità dei siti presenti nell’Isola. E questo da una parte per l’aumento della quantità da gestire ma anche per il venir meno di alcuni impianti, a partire da quello gestito da Sicilfert a Marsala, finito sequestrato. Al momento la situazione sembra tornata sotto controllo, e dagli uffici contanto che possa ulteriormente migliorare in autunno quando dovrebbero aprire due impianti, uno a Tremonzelli e l’altro a Melilli.
Tornando sulla questione emergenziale va ricordato che sempre a marzo sono scaduti i tempi previsti nella delibera del consiglio dei ministri del febbraio 2018, a cui è seguita l’ordinanza di protezione civile che ha previsto poteri speciali per portare avanti la realizzazione di sette interventi: dalla costruzione delle vasche nella discariche di Bellolampo e Trapani all’avviamento degli impianti di compostaggio a Vittoria e Casteltermini. L’attesa in tal senso riguarda il completamento degli iter e la reale entrata in funzione dei nuovi siti.
Intanto c’è chi – stando dalla parte opposta, ovvero quella degli impianti di trattamento dei rifiuti – predica cautela in merito all’uscita dalla gestione speciale: «Da mesi riusciamo a operare senza le deroghe concesse a dicembre dal governo regionale – commenta il responsabile di uno dei siti che giornalmente ricevono gli autocompattatori -. Ma proprio di recente ci è stata chiesta dalla Regione la disponibilità ad accogliere un’altra settantina di tonnellate giornaliere e ciò potrebbe cambiare le cose. Continuiamo infatti a lavorare restando di poco sotto i limiti previsti dalle autorizzazioni. Questa variazione potrebbe comportare la necessità di ottenere presto una nuova deroga, specialmente – conclude – per quanto concerne i tempi per la biostabilizzazione del rifiuto, che potrebbero nuovamente essere accorciati».