Gettonopoli Aci Catena, depongono i primi testimoni Alla sbarra sette consiglieri comunali dell’era Maesano

«Si ricorda se c’erano delle scrivanie oltre al tavolo nella stanza?». La domanda è stata posta questa mattina da uno degli avvocati che difendono i sette consiglieri comunali di Aci Catena – qualcuno non più in carica – imputati nel processo Gettonopoli, con l’accusa di truffa allo Stato e falso ideologico. L’udienza ha visto l’esame dei prime due testi, il commissario di polizia in quiescenza Cirino Pappalardo, che si è occupato dei sopralluoghi nella stanza in cui si tenevano le commissioni consiliari al centro dell’inchiesta, e il presidente dell’associazione Aci Catena Bene Comune Basilio Orfila

«Tavoli con i computer erano nella stanza del presidente (del consiglio, ndr, ha risposto Pappalardo. L’esigenza di descrivere i locali comunali nasce dalla necessità di ricostruire quali fossero le dinamiche – a livello spaziale e temporale – dei lavori di commissione. L’ipotesi della procura, infatti, è che i consiglieri abbiano speculato sulla possibilità di percepire i gettoni di presenza, risultando presenti in più commissioni contemporaneamente e falsificando i verbali delle sedute per occultare i comportamenti illecitiA doversi difendere dalle accuse sono Giuseppe Aleo, Luigi Citraro, Gianluca Grancagnolo, Giuseppe Sorbello, l’attuale presidente del consiglio Nando Sapuppo, Salvatore Leonardi e Pippo Urso. Gli ultimi due presenti in aula. Dall’inchiesta, che fa riferimento agli anni dell’amministrazione guidata da Ascenzio Maesano (non coinvolto in questa vicenda), sono usciti altri otto consiglieri, la cui posizione è stata archiviata già l’anno scorso. 

Prima di Pappalardo, a rispondere alle domande delle parti era stato Orfila, che nel 2016, per conto di Aci Catena Bene Comune, aveva presentato una querela in cui segnalavano irregolarità nello svolgimento delle commissioni. Esposto che nello stesso periodo era stato presentato dal Movimento 5 stelle locale, con l’impegno diretto del senatore Mario Giarrusso. «Con la mia associazione abbiano posto su un aspetto più politico che amministrativo – spiega Orfila -. Tuttavia dai verbali, la cui gestione ci è sempre parsa labile, ci siamo anche accorti che in diverse occasioni i consiglieri si incastravano in più commissioni». La prossima udienza del processo – nel quale va ricordato che il Comune di Aci Catena ha scelto di non costituirsi come parte civile – è stata fissata per il 29 novembre. Quel giorno è previsto l’interrogazione di altri tre testi. Tra loro anche la deputata regionale pentastellata Angela Foti.


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