Ieri sera, si è aperta una piccola voragine in viale Lorenzo Bolano, all'altezza dell'edificio della protezione civile. Impossibile da vedere al buio e, soprattutto, da evitare. In poco più di 30 minuti, una dozzina di automobilisti conducenti e passeggeri si sono riuniti attorno a gomme forate e cerchioni rovinati. La polizia municipale, poi, è intervenuta senza convinzione: «Cercatevi un avvocato bravo, tanto il Comune non paga»
Catania, grossa buca alla circonvallazione Sette auto con pneumatici forati in mezz’ora
«Hai un viso conosciuto, ci siamo già viste?» «Può essere. Scuola? Io andavo alle medie qui vicino» «Ecco dove, ho capito!». Venticinque anni la prima, ventidue la seconda. Si sono incontrate alla circonvallazione di Catania, ieri sera, mentre entrambe guardavano le rispettive auto con una ruota a terra. Vittime, assieme ai conducenti di altre cinque vetture, della grossa buca che si è aperta in viale Lorenzo Bolano, pochi metri dopo la rotonda nei pressi dell’ospedale Garibaldi di Nesima. Una crepa nell’asfalto nella quale i copertoni affondavano completamente, senza lasciare scampo ad automobilisti e veicoli. Sette in poco più di mezz’ora.
Dalle 21.30, lungo la strada si sono accumulate le macchine ferme con una gomma forata. C’era Graziano Monaco, 29 anni, catanese. Ha appena sostituito lo pneumatico anteriore sinistro della sua Fiat 500 azzurra. Stava per andare via quando, accanto a lui, hanno accostato Ermelinda Chiaramonte e Amhir Palmeri rispettivamente 32 e 39 anni nella loro Fiat Punto grigia. Sono sposati, hanno passato la giornata al parco divertimenti di Etnaland, sono andati a mangiare un gelato a Belpasso e poi hanno deciso di andare a fare un giro in centro, a Catania. Ma tra il loro proposito e la sua realizzazione c’era di mezzo una buca per strada, al centro della carreggiata. Invisibile al buio e praticamente inevitabile. «Siamo di Caltanissetta, dobbiamo tornare a casa», si lamenta lei, continuando a guardare l’orologio. «Abbiamo chiamato la polizia municipale almeno quarantacinque minuti fa spiega Amhir Ma ancora non si è presentato nessuno. Non so come tornare a casa, perché la mia macchina è gpl e non ha il ruotino, e non credo che sia sicuro mettersi in autostrada fidandosi di un rattoppo fatto alla buona con il kit in dotazione».
Federico Guzzardi, 29 anni, osserva il bozzo nella ruota della sua Seat Ibiza nera e tenta di quantificare i danni: «Mi dovranno sostituire il copertone e il cerchione, mi toccherà spendere 200 euro». Anche lui fissa la strada e s’arrabbia: «Chi mi deve ripagare? Il Comune? Aspetta e spera…». Quando arrivano i vigili urbani sono passati almeno quarantacinque minuti, e l’elenco delle vittime si è allungato: una Fiat Panda blu e una Hyundai Atos grigia. «Dov’è ‘sta scaffa?», chiede l’agente intervenuto. Quando vede le buche più piccole che precedono quella più pericolosa si ferma e si domanda, ad alta voce: «E io adesso che faccio? Questa come la segnalo?». Chiama il collega, fa fermare la volante davanti alle crepe coi lampeggianti accesi e, nel frattempo, evidenzia come può la presenza della mini-voragine. Alle 22.45 arriva il camion del Comune con dentro cinque operai: riempiono i buchi della pavimentazione stradale con un sacco pieno di asfalto. Ci mettono cinque minuti, poi vanno via. «L’intervento è finito chiariscono i vigili Non è previsto nient’altro».
«Dovete andare alla vostra assicurazione e denunciare l’accaduto, quindi nominare un avvocato affinché proceda contro il Comune di Catania», spiegano gli uomini della municipale. Le ultime dichiarazioni le firma la proprietaria della Panda blu, la ventiduenne che ha incontrato una compagna di scuola delle medie. «Signorina, le dico un segreto sorride il funzionario comunale, mentre le porge patente e libretto Si cerchi un buon avvocato». «Perché?», domanda lei. «Perché il Comune sono anni che non è assicurato per i danni come la strada danneggiata, non riceverà una lira». «Beh, se ci devo mettere pure i soldi dell’avvocato…». Guzzardi fa spallucce, rientra nella sua Ibiza e, con un sorriso, va via. «Tanto è inutile», conclude.
[Foto di Amhir Palmeri]