Alle città siciliane che hanno deciso di fare la guerra alla plastica si è unito il capoluogo peloritano. Per i negozianti ci sono novanta giorni di tempo per mettersi in regola con l'ordinanza. «Buona iniziativa però serve un'altra soluzione», dicono a MeridioNews
Messina tra tre mesi dovrebbe essere plastic free Commercianti: «Ottima idea ma serve alternativa»
Tra tre mesi, Messina sarà una città plastic free. O almeno dovrebbe. Tra i destinatari principali, c’è chi non ha idea del provvedimento emanato che dà ai commercianti novanta giorni di tempo per dire addio a buste, piatti, bicchieri e posate di plastica. Il divieto si estenderà alle attività itineranti che vedono cibi e bevande, alle manifestazioni pubbliche, alle sagre e agli eventi di ogni tipo. Così ha deciso il consiglio comunale che ha approvato all’unanimità un atto di indirizzo proposto dai consiglieri del Movimento cinque stelle Andrea Argento e Cristina Cannistrà. Il sindaco Cateno De Luca ha accolto la proposta e ha emanato un’ordinanza per vietare l’utilizzo di sacchetti e contenitori non biodegradabili.
Daniele, che lavora in un bar lungo viale Europa non era a conoscenza dell’ordinanza ma si è detto favorevole all’iniziativa. «È un’ottima idea – afferma a MeridioNews – Mi metterò in contatto con la ditta che mi rifornisce di cucchiaini e bicchieri di plastica per chiedere se abbiano un’alternativa». Ed è proprio la possibilità di trovare un valido sostituto delle buste di plastica a lasciare perplesso Carmelo, impegnato in un punto di distribuzione bevande su via La Farina. «Dovrebbe essere lo Stato a creare le condizioni perché si possa lavorare senza utilizzare la plastica».
C’è invece chi come la signora Rosi, che gestisce una rosticceria in via Santa Cecilia, che appena appresa la notizia si è subito adoperata, insieme al marito, per trovare una soluzione alternativa alle stoviglie che quotidianamente vengono utilizzate nella loro attività ristorativa. «È una buona iniziativa che ci aiuterà a rendere ancora più pulita la nostra città – spiega la signora – e forse così riusciremo a educare i nostri abituali clienti a lasciare in giro meno rifiuti. È importante che tutti insieme si faccia qualcosa per limitare il consumo di plastica».
Situazione diversa per chi lavora in negozi di abbigliamento, dove il divieto riguarda le buste di plastica. Giusi, che lavora in un punto vendita sul viale San Martino spiega che «il mio brand ha già adottato da tempo la politica plastic free. Utilizziamo solo buste di carta. Questo perché io credo – conclude – che spetta a ciascuno di noi, nel nostro piccolo, fare qualcosa per migliorare l’ambiente».