L’addio al calcio in elicottero di Ignazio Barbagallo «Idea nata anni fa, così lascio in maniera scherzosa»

Alla notizia della
squalifica quasi non riesce a crederci, domandando con un sorriso e un po’ di sorpresa di poter visionare la decisione del giudice sportivo. Il comunicato della Lega Dilettanti parla chiaro: la sanzione fino al 30 giugno, a carico di Ignazio Barbagallo, 54 anni, è motivata dall’avere «abbandonato il terreno di gioco senza il permesso dell’arbitro, servendosi di un elicottero il cui atterraggio sul campo di gioco non era autorizzato; costringendo – prosegue il documento ufficiale – il direttore di gara a sospendere temporaneamente l’incontro, causando una potenziale situazione di pericolo per tutti i presenti». 

«Peccato – commenta Barbagallo a
MeridioNews – mi sarebbe piaciuto giocare uno scampolo di partita nell’ultimo turno casalingo tra Città di Viagrande (squadra di Terza categoria per cui è tesserato, ndr) e Zafferana». Un piccolo dispiacere che però viene subito spazzato via dal ricordo dell’originale impresa compiuta sabato scorso. Un elicottero, pilotato dall’amico Ciccio Barbagallo e con a bordo anche Vittorio Jemma, allenatore dell’Acicatena, ha fatto irruzione sul terreno di gioco in cui era in corso Viagrande-Play Shop Nebrodi. Un vero e proprio blitz, durante il quale Ignazio Barbagallo è stato prelevato da due uomini incappucciati e condotto sul velivolo: gli autori dell’operazione fanno parte del Nucleo rimozione giocatori finiti

È lo stesso Barbagallo a raccontare l’episodio. «L’idea era nata tanti anni fa – conferma l’intervistato – quando avevo 35 anni e giocavo a Viagrande, in Eccellenza. Durante la partita con il Rosolini avevamo progettato tutto: il pilota però, in fase d’atterraggio, ha visto la presenza di vigili urbani e carabinieri e, spaventandosi, mi ha lasciato in campo. In realtà – sorride il calciatore – tutti erano stati avvisati». La volontà di coronare l’addio ai campi da gioco volando via in elicottero, quindi, è rimasta in sospeso: «Ho aspettato altri venti anni per avere l’occasione giusta: un campo dove si poteva atterrare, l’assenso del sindaco, il mio tesseramento con qualche squadra. Finalmente – aggiunge soddisfatto Barbagallo – si sono verificate tutte le condizioni». 

La lunghissima carriera di questo centrocampista dai piedi buoni ha raggiunto il suo apice tra
Paternò ed Aci Sant’Antonio, in Serie D. «Ho giocato ininterrottamente fino a 50 anni – conferma Barbagallo – quando il mio ginocchio ha ceduto. Sono cresciuto nella Puntese, poi sono andato ad Acireale e ho trascorso quattro anni ad Acicatena tra prima categoria e Promozione». Poi l’Eccellenza e molti anni a Trecastagni e Viagrande, squadra del cuore: «Ho fatto l’assist per il gol che ci ha permesso di vincere al Cibali contro il Catania». Quindi nuove esperienze tra Aci Castello, Zafferana e di nuovo Aci Catena, fino all’impresa della promozione con il Santa Venerina in Prima categoria a 48 anni, da grande protagonista in campo.

La fama di
Ignazio Barbagallo, però, è legata anche alle goliardate fatte con il suo gruppo di amici, visibili in un canale YouTube. «Organizziamo molte feste di matrimonio, trasportando gli sposi dalla chiesa al ricevimento, con musica e balli: nel mio agriturismo ho anche due musei e un orto molto particolare». Un calciatore e atleta sui generis che ha sempre fatto dell‘ironia il suo marchio di fabbrica: un addio al calcio giocato migliore di questo, per uno come lui, non avrebbe potuto esserci. 


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